“Gli infermieri rappresentano una parte fondamentale del capitale umano del Servizio sanitario nazionale, e il loro contributo non è accessorio, ma strutturale. Gli interventi sulla professione rispondono a tre esigenze decisive per il Paese: rafforzare la sanità territoriale, affrontare la sfida della cronicità e dell’invecchiamento e ridurre le disuguaglianze di accesso”. Così Mariella Mainolfi, direttore generale delle Professioni sanitarie e delle politiche in favore del Ssn del ministero della Salute, intervenendo al panel “Un nuovo sistema sanitario. La riforma in cammino”, durante il Forum Risk Management di Arezzo.
“Sul territorio l’infermiere è protagonista della riforma del Pnrr, anche grazie alla figura dell’infermiere di famiglia e comunità, introdotta prima ancora dei nuovi percorsi specialistici – ha spiegato Mainolfi -. Con una popolazione che invecchia e con bisogni sempre più complessi, la figura infermieristica è chiave nella gestione integrata delle fragilità. Inoltre, per capillarità e prossimità, gli infermieri sono i professionisti più idonei a colmare le distanze fra i territori e raggiungere periferie, aree interne e famiglie fragili. Questo professionista è quindi determinante per la coesione sociale e per la tenuta del Ssn”.
Sempre Mainolfi: “Le risorse stanziate dal Governo puntano a rafforzare attrattività, permanenza e condizioni di lavoro, tre aspetti decisivi per il futuro del Ssn. Nella Legge di Bilancio 2026 vediamo uno stanziamento aggiuntivo di 195 milioni, che porterà un aumento medio a circa 701 euro annui e fino a 1.600 euro, considerando anche l’incremento della precedente Legge di Bilancio. Inoltre le assunzioni straordinarie a tempo indeterminato, in deroga ai vincoli di spesa, rappresentano un intervento atteso e necessario per rafforzare i settori più critici”.
Sul fronte fiscale la dirigente ha ricordato la tassazione agevolata al 15% sulle prestazioni aggiuntive e sul trattamento accessorio, cumulata per gli infermieri con la detassazione al 5% dello straordinario. “Misure specifiche sono rivolte anche ai pronto soccorso, con maggiore flessibilità nell’utilizzo dei fondi per valorizzare il personale – ha aggiunto -. Sono interventi economici, non sufficienti da soli, ma indispensabili per sostenere attrattività, retention e qualità del lavoro infermieristico”.
E sull’assistente infermiere, figura introdotta col Ccnl 2022-2023: “Ora serve garantire coerenza e qualità del percorso formativo”. A tale proposito, una nota indirizzata a breve a tutte le Regioni dal Governo, secondo Mainolfi, dovrebbe chiarire: “La formazione deve essere erogata esclusivamente dalla sanità e dagli infermieri, non dai centri regionali di formazione”. Una precisazione necessaria, dopo che alcune Regioni avevano avviato percorsi non allineati. L’intervento si inserisce nel lavoro congiunto tra ministero, Fnopi, Agenas e Regioni.
“Abbiamo costruito linee guida condivise per garantire una messa a terra uniforme”, ha detto ancora Mainolfi. Parallelamente, ha assicurato l’esperta, proseguono la revisione del profilo dell’oss e il percorso delle specializzazioni infermieristiche, “pilastri per percorsi di carriera orizzontale e competenze avanzate. Liberare l’infermiere dalle attività a maggiore standardizzazione significa migliorare la qualità dell’assistenza e sostenere l’evoluzione della professione”.
Redazione Nurse Times
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