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Riforma sanità militare, SIM Marina segnala disparità e chiede equi-ordinazione

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SIM Marina contesta lo schema di decreto: tempi ristretti, disparità di inquadramento e richiesta di equi-ordinazione con il Ssn.

Il Sindacato Italiano Militari Marina (SIM Marina) ha trasmesso osservazioni formali sullo “Schema di decreto legislativo recante disposizioni in materia di revisione della struttura organizzativa e ordinativa della sanità militare”, chiedendo tempi più congrui, il coinvolgimento del ministero della Salute e la riformulazione di passaggi chiave relativi all’inquadramento del personale sanitario. Il documento del SIM Marina, datato 27 novembre 2025, segnala criticità rilevanti per la sanità militare, per l’assetto degli ospedali militari e per la staffetta con il Servizio sanitario nazionale.  

SIM Marina denuncia soprattutto:

  • termini di riscontro troppo ristretti (10 giorni) per osservazioni su provvedimenti complessi;
  • disparità d’inquadramento tra professionisti sanitari (medici, odontoiatri, veterinari, biologi, psicologi, infermieri e professioni tecniche);
  • rischio di progressioni di carriera ritardate o precluse per chi è inquadrato nei ruoli speciali.  
Tempi e garanzie procedurali

SIM Marina sottolinea come il termine perentorio indicato nello schema (“entro e non oltre il 1° dicembre p.v.”) impedisca un esame compiuto e partecipato del provvedimento, limitando di fatto la legittima attività sindacale. Il sindacato richiama il principio di trasparenza procedimentale e l’articolazione dei termini amministrativi, richiamando come riferimento l’articolo 2 della Legge n. 241/1990.  

Disparità di inquadramento e impatto sulle carriere

Il cuore delle osservazioni riguarda la mancata equiparazione tra i requisiti di inquadramento nella sanità militare e quelli richiesti dal Ssn (DPR 483/1997). Il documento evidenzia come, ad esempio, odontoiatri, biologi e psicologi possano rimanere in ruoli con progressioni di carriera più lente rispetto a medici e farmacisti, nonostante titoli di studio equipollenti. Simili criticità coinvolgono anche le professioni infermieristiche e le professioni tecniche, che pur con lauree abilitanti risultano spesso inquadrate in categorie inferiori (assistenti/marescialli) per lunghi periodi.  

Conseguenze operative e per i cittadini

La riforma, se approvata nella forma attuale, rischia di produrre:

  • difficoltà nell’integrazione con il Ssn per attività dual-use (assistenza militare e civile);
  • perdita di attrattività delle carriere sanitarie militari con potenziali ricadute sul reclutamento;
  • ostacoli alla collaborazione tra ospedali militari e strutture del Ssn, a danno della capacità di risposta nel settore salute e medicina in ambito nazionale.  
Richieste formali di SIM Marina

Nel documento il sindacato chiede:

  • un termine minimo di 30 giorni per la presentazione delle osservazioni;
  • l’istituzione di un tavolo di lavoro con il ministero della Difesa, il ministero della Salute e le Federazioni nazionali degli Ordini professionali;
  • il passaggio automatico dei professionisti con laurea magistrale dal ruolo speciale al ruolo normale con ricostruzione di carriera;
  • l’allineamento delle norme relative alla libera professione alle più recenti disposizioni legislative (L. 26 maggio 2023, n. 56 e L. 1 febbraio 2006, n. 43, citate nel documento).  

Di seguito il documento di SIM Marina.

Redazione Nurse Times

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