Ben 41 delle 110 aziende sanitarie italiane hanno tempi superiori i 20 minuti di attesa per un’ambulanza, mentre per le linee guida il target nazionale dovrebbe essere di 18 minuti. Lo indica Agenas nell’ultimo rapporto sulle performance di Asl e ospedali, anticipato da Repubblica.
La maglia nera spetta all’Asl Vibo Valentia con una media drammatica di 35 minuti. Sulla mezz’ora anche nelle altre aziende calabresi. Oristano è a 26 minuti, Messina a 25. Le Asl con i tempi migliori sono invece quella Giuliano Isontina (Trieste e Gorizia) con 12 minuti, seguita da Piacenza, Chiavari, Reggio Emilia, Parma, Genova con 13 minuti.
“I nuovi dati diffusi da Agenas ci consegnano una fotografia allarmante del nostro sistema di emergenza-urgenza. In caso di infarto, ictus o trauma grave questa non è una statistica, ma il concreto rischio di una condanna. Mentre emergono differenze sempre più profonde, si spinge sull’autonomia differenziata, e così il divario Nord-Sud nei servizi essenziali, invece di ridursi, rischia di diventare irreversibile”. Lo scrive in una nota Mariolina Castellone, senatrice del Movimento 5 Stelle e vicepresidente del Senato.
E aggiunge: “Con un modello sanitario frammentato il risultato sarà uno solo: chi vive nelle regioni più fragili avrà meno diritti, meno soccorsi, meno possibilità di cura. È un attacco al principio di uguaglianza sancito dalla Costituzione. Ogni cittadino, ovunque viva, deve poter contare sugli stessi tempi di soccorso in caso di emergenza. Perché, quando si chiama un’ambulanza, ogni minuto conta. E oggi in troppe regioni quell’attesa è diventata un pericolo per la vita”.
Redazione Nurse Times
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