Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto per il commissariamento di Agenas. Dopo mesi di tira e molla e dopo aver constatato l’impossibilità di riuscire a nominare i nuovi vertici dell’Agenzia, il Governo ha preso in mano la situazione, optando per una decisa sferzata. Ora si attende di conoscere il nome del commissario, per cui servirà un Dpcm. Il favorito è Americo Cicchetti, già direttore generale della Programmazione del ministero della Salute.
Le nuove disposizioni sono tese ad assicurare la continuità operativa di Agenas, alla luce della sua crescente centralità nel coordinamento tra Stato e Regioni in materia sanitaria, ma anche anche alla luce degli interventi legati al Pnrr e alla digitalizzazione dei servizi. Il mandato del futuro commissario straordinario, al quale saranno attribuiti i poteri del direttore generale e degli organi di amministrazione dell’Agenzia, cesserà il 31 dicembre 2025.
Con il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), inoltre, Agenas ha assunto un ruolo ancora più centrale: supervisionare la realizzazione di case e ospedali di comunità, promuovere la digitalizzazione dei servizi sanitari e sostenere le Regioni nell’attuazione di riforme volte a rafforzare la medicina territoriale e l’integrazione sociosanitaria. Va da sè che la mancanza di una guida stabile rischiava di compromettere l’attuazione di progetti fondamentali per il futuro del Ssn.
A quanto si apprende, il decreto di commissariamento dell’Agenas contiene anche una norma inerente le modalità di finanziamento per le cosiddette “funzioni assistenziali” all’ospedale Bambino Gesù, che negli ultimi anni ha accolto sempre più bambini da tutta l’Italia e dall’ estero. Da ultimo, anche piccoli pazienti provenienti dall’Ucraina (oltre 3mila) e da Gaza, per attività di alta complessità e con rilevanti costi di allestimento sanitario.
Il Governo ha quindi previsto che il ministero della Salute, di concerto con il Mef e previa intesa in Conferenza Stato-Regioni, stabilisca annualmente il livello di finanziamento a funzione, fino a un massimo di 20 milioni annui a valere sul Fondo sanitario nazionale. Per le medesime attività il Bambino Gesù è stato finora remunerato dalla Regione, con riferimento ai soli pazienti residenti nel Lazio. Il Governo ha quindi riconosciuto il ruolo nazionale e internazionale dell’ospedale pediatrico romano.
Redazione Nurse Times
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