L’Emilia-Romagna è la regione italiana che accoglie il maggior numero di pazienti da altre zone del Paese. Stando ai dati più recenti diffusi da Agenas, ha superato la Lombardia, sebbene di poco. Queste due regioni, insieme al Veneto, si sobbarcano la quasi totalità della spesa per la mobilità sanitaria. I pazienti provengono principalmente dal Meridione, ma anche da altre regioni del Centro-Nord.
Una tendenza che preoccupa non poco il governatore Michele de Pascale, secondo cui sarebbe concreto il rischio di implosione del sistema: “In questo momento il problema principale dell’Emilia-Romagna è il nostro storico motivo di orgoglio, ossia l’enorme afflusso di persone da fuori regione che vengono a curarsi qui, intasando il sistema. Abbiamo avuto un trend di crescita fortissimo della mobilità da altre regioni dopo il Covid, ma non possiamo accrescere l’offerta all’infinito. Non è solo questione di risorse, che ci vengono rimborsate solo parzialmente. Quello che manca è il personale”.
La spesa per la mobilità sanitaria in ogni Regione
Di seguito il podio delle regioni in tema di spesa per la mobilità attiva (quando si ricevono pazienti da fuori). I numeri si ottengono sottraendo alla spesa necessaria per gestire la mobilità attiva, quella risparmiata per via della mobilità passiva (quando si “esportano” pazienti verso altre regioni).
- Emilia-Romagna: 387,2 milioni di euro di spesa in eccesso
- Lombardia: 383,3 milioni di euro di spesa in eccesso
- Veneto: 115,34 milioni di euro di spesa in eccesso
Ci sono poi Regioni che guadagnano dal fenomeno della mobilità passiva. Questo accade anche se le regioni di partenza sono tenute a rimborsare quelle di arrivo. Sì, perché spesso, come denunciano i presidenti di Lombardia ed Emilia-Romagna, tali rimborsi non bastano a coprire le spese. Ecco chi c’è ai primi posti di questa speciale classifica.
- Campania: 211,3 milioni di euro di spesa risparmiati
- Calabria: 191,9 milioni di euro di spesa risparmiati
- Sicilia: 139,7 milioni di euro di spesa risparmiati
- Puglia: 126,9 milioni di euro di spesa risparmiati
I costi per i privati
Questi calcoli non tengono tuttavia conto dei costi che i privati si devono sobbarcare per curarsi fuori dai confini della propria regione. Vitto, alloggio, trasporti e talvolta la rinuncia di un genitore al lavoro per seguire le cure del figlio malato, come nei casi dei minori malati di tumore, pesano non poco sulle famiglie.
Dai dati dell’Osservatorio sulla condizione assistenziale dei malati oncologici in età pediatrica e adolescenziale, presentati in Parlamento a fine ottobre emerge che un anno di terapie fuori regione può costare in media 35.000 euro, proprio a causa delle spese accessorie non coperte dal Servizio sanitario nazionale.
Redazione Nurse Times
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