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Accesso a Medicina, la ministra Bernini contro le pubblicità dei corsi di preparazione: “Segnaliamo all’Antitrust”

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“Ho dato mandato agli uffici del ministero dell’Università e della ricerca di segnalare all’Antitrust i tanti messaggi pubblicitari che promuovono corsi di preparazione a Medicina. Vogliamo capire se dietro vi siano pubblicità ingannevole o messaggi fuorvianti, capaci di creare facili illusioni tra gli studenti”. Lo annuncia in un post su Instagram la ministra per l’Università e la ricerca, Anna Maria Bernini.

“Per anni – prosegue Bernini – l’accesso a questa facoltà si è basato su test a crocette, con quesiti spesso generici, che hanno spinto molti ragazzi e famiglie a investire ingenti somme in corsi privati. Ora non serve più. Con l’introduzione del semestre aperto abbiamo intrapreso una strada nuova e più giusta: l’accesso libero. È una scelta che dà piena attuazione al diritto allo studio, rimette al centro gli atenei garantendo agli studenti una valida alternativa: la preparazione universitaria. Così si valorizza davvero il merito e segniamo un passo importante verso equità e pari opportunità per chiunque sogni di diventare medico”.

Il ministrero chiarisce che la segnalazione all’Antitrust riguarda specificatamente i messaggi pubblicitari. Molti corsi, infatti, sostengono di poter anticipare le domande frequenti sottoposte agli studenti. Altri, che due studenti su tre raggiungono il proprio obiettivo di immatricolarsi a Medicina. O ancora rivendicano di poter replicare la difficoltà delle domande. Quello che Bernini sottopone all’Agcm è la verifica della correttezza di questi messaggi e la compatibilità di questo tipo di comunicazione con il semestre aperto e la previsione di tre esami universitari: un sistema totalmente nuovo e diverso rispetto ai test d’ingresso. Mancano quindi le serie storiche per poter comparare risultati del passato con quelli attesi per il futuro.

La reazione del Pd: “Riforma fallimentare. Solo Slogan e promesse vuote”

“Come facilmente prevedibile e previsto, la confusa e propagandistica riforma dell’accesso a Medicina, con la finta abolizione del numero chiuso, non solo non ha risolto il problema dei costosi corsi privati a carico delle famiglie per la preparazione alla selezione, ma lo ha perfino acuito – dichiara Alfredo D’Attorre, responsabile Università e ricerca della segreteria Pd -. Si apprende che il ministero dell’Università ha preso ora atto del problema e ha chiesto una verifica all’Antitrust sulla pubblicità di questi corsi. È un bene che il Governo abbia ripreso contatto con la realtà, dopo mesi di propaganda ingannevole ai danni di studenti e famiglie”.

“Non sarà purtroppo l’Antitrust, però, a poter risolvere il problema – sostiene D’Attorre -. I test a crocette restano, la selezione è stata spostata solo di sei mesi e non è stata resa meno aleatoria. Non è stato abolito il numero chiuso, ma solo il primo semestre in presenza, sostituito con tre corsi erogati prevalentemente in modalità online, che non offrono agli studenti nessuna garanzia di una preparazione adeguata. È auspicabile che il Governo prenda atto quanto prima del fallimento di questa improbabile riforma e capisca che almeno il tema dell’Università non può essere affrontato a colpi di slogan e promesse vuote”.

Redazione Nurse Times

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