La Società Italiana di Telemedicina (SIT) si pone alla guida di un gruppo di 65 società scientifiche accreditate al ministero della Salute per un’efficiente implementazione della tecnologia in sanità e per regolare questo sviluppo.
Il punto di partenza della convergenza è rappresentato dal documento sul metodo e di cooperazione sulla telemedicina e sulle tecnologie innovative in sanità “Telemedicina oggi. Strumenti per il buon governo della sanità pubblica”, firmato dai delegati delle realtà a coronamento dei tre giorni di congresso della Società Italiana di Telemedicina a Bologna, che ha visto la partecipazione di un migliaio di persone tra clinici di diverse discipline, economisti, giuristi, rappresentanti istituzionali, ingegneri e teologi.
IL LAVORO DELLE ISTITUZIONI E L’IMPORTANZA DELLA TELEMEDICINA
“Grazie agli investimenti del PNRR, la telemedicina sta per entrare in maniera strutturale nell’assistenza sanitaria per un SSN che sia sempre più vicino alle esigenze dei cittadini – ha sottolineato Serena Battilomo, direttrice Ufficio 3, Sistema informativo sanitario nazionale del ministero della Salute -. In particolare, grazie alla Piattaforma nazionale di telemedicina che sta attuando Agenas, le prestazioni di telemedicina alimenteranno il Fascicolo sanitario elettronico e potranno usufruire dei servizi dell’Ecosistema Dati Sanitari (EDS), assicurando l’integrazione di tutte le prestazioni nell’EDS stesso anche per le finalità di governo, per la definizione delle tariffe di telemedicina e per la valutazione di Health Technology Assessment”.
POTENZIALITÀ E RISCHI DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE
L’intelligenza artificiale ha uno sviluppo impetuoso, con risvolti anche in medicina. A fronte di potenzialità straordinarie, con possibili risultati a livello diagnostico, prognostico e terapeutico in molteplici ambiti, vi è anche il rischio di un appiattimento dalle diverse sfaccettature. Da qui è nato l’allarme lanciato dalla SIT su quanto potrebbe accadere.
“La disponibilità di questi strumenti tecnologici potrà approfondire il digital divide non solo tra giovani e anziani, ma anche all’interno di fasce anagrafiche e socioculturali con diverse competenze l’una dall’altra”, sottolinea il professor Antonio Vittorino Gaddi (foto), presidente SIT.
“L’intelligenza artificiale si presta inoltre a pericolose tentazioni – ricorda il professor Mario Ettore Giardini, coordinatore della Commissione Intelligenza Artificiale della SIT -. Sappiamo bene come i ‘Large Language Models’, quali ChatGPT, possano essere molto convincenti nel simulare il ragionamento umano. Come ben ci ricorda l’Organizzazione Mondiale della Sanità, sarà importantissimo prestare attenzione ad effettuarne un uso corretto, analizzando i rischi, e ricordando bene che l’AI non genera conoscenze, né comprende le ragioni o le implicazioni morali del proprio operato. Senza vigilanza, è quindi possibile farne un uso distorto o, peggio, affidare all’AI scelte che sono, in ultima analisi, nostra responsabilità”.
LO SCENARIO DEL SSN E LA NECESSITÀ DI UN BUON USO DELLA TECNOLOGIA
Il sistema sanitario italiano è oggi chiamato ad affrontare sfide di portata inedita. L’invecchiamento progressivo della popolazione, la diffusione delle malattie croniche, le disuguaglianze territoriali e sociali nell’accesso alle cure, insieme alla crescente pressione economica sul SSN, richiedono risposte multidisciplinari e multi-attoriali integrate e collaborative. Per dare delle risposte a queste esigenze, il documento SIT propone una serie di proposte in tema di coinvolgimento della cittadinanza, formazione di personale sanitario e utenti, aspetti etici e sociali da rispettare.
“Manca un testo definitivo sulle intelligenze artificiali, che attui un ‘AI- Act europeo’ – ricorda l’avvocato Chiara Rabbito, presidente del Comitato Tecnico Scientifico della SIT e co-presidente del convegno -. Dobbiamo verificare se l’intero impianto giuridico nazionale e internazionale possa reggere e dare le risposte corrette ad una potente diffusione delle tecnologie intelligenza artificiale e della telemedicina in sanità”.
“L’intelligenza artificiale e la telemedicina hanno delle potenzialità straordinarie – aggiunge il professor Gaddi –, ma esiste il rischio di non controllarle adeguatamente. Serve la ricerca e la coproduzione tra tutti gli esperti (clinici, ingegneri e giuristi). Tutti dovranno accettare un modo di lavorare basato su tre condizioni: a) metodo scientifico, b) etica, c) partire dal e tornare al paziente, o ancora meglio alla persona”.
E ancora: “Da questi presupposti è nato il patto concluso a Bologna. Questo documento contiene le basi fondamentali per poter attuare la coproduzione, ossia un’alleanza reale per una sanità con una tecnologia fruibile, senza effetti collaterali, ben regolamentata. Abbiamo creato la base per dei risultati molto consistenti. L’obiettivo è globale: il prossimo passo sarà una condivisione del progetto a livello europeo, creando delle vere e proprie filiere di telemedicina”.
IL CONVEGNO SIT A BOLOGNA
Il convegno nazionale della Società Italiana di Telemedicina, intitolato “Strumento per il buon governo della sanità tecnologica”, si è tenuto a Bologna con la partecipazione di oltre mille persone, di cui il 10% giovani ricercatori, che hanno portato contributi sperimentali innovativi a cui sono stati conferiti tre premi. Il congresso, aperto dal messaggio di auguri di buon lavoro del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, rivolto agli specialisti riuniti, si è contraddistinto per l’approccio multidisciplinare, con la partecipazione di operatori sanitari, giuridici, economici, referenti del mondo istituzionale, religioso, della società civile e anche ospiti internazionali.
Tra le decine di enti che hanno dato il proprio patrocinio, spiccano quelli del Ministero della Salute, del Ministero della Difesa, dell’ENPAM, dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare. All’inizio delle attività, la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha rivolto gli auguri di buon lavoro agli specialisti riuniti.
Redazione Nurse Times
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