Home Cittadino Social e web, è allarme tra gli under 13: il 78% di loro “vive” su internet
CittadinoNT NewsSalute Mentale

Social e web, è allarme tra gli under 13: il 78% di loro “vive” su internet

Condividi
Condividi

In Italia otto bambini su dieci, tra gli 11 e i 13 anni, posseggono uno smartphone, che utilizzano quotidianamente per navigare su internet o sui social. È un dato allarmante, perché mostra non solo come l’età dei fruitori sia notevolmente abbassata, ma anche come sia ampliato il numero di under 13 con un dispositivo tra le mani. Soprattutto in un mondo dove, nel 2024, sono stati superati i 5 miliardi di persone con un profilo social.

Ma a preoccupare sono anche altri numeri, che lo psicologo Paolo Soraci, dottorando all’Università Niccolò Cusano, ha presentato nella sua analisi “Utilizzo problematico dello smartphone e dei social: analisi e possibili interventi”.

Dal 2010 i tassi di disturbi mentali adolescenziali hanno subito un forte aumento. Tra gli studenti universitari statunitensi le diagnosi di depressione e ansia sono più che raddoppiate tra il 2010 e il 2018. Ancora più preoccupante è il fatto che nel decennio fino al 2020 il numero di accessi al pronto soccorso per autolesionismo è aumentato del 188% tra le adolescenti statunitensi e del 48% tra i ragazzi. Anche il tasso di suicidi tra i giovani è aumentato: del 167% tra le ragazze e del 91% tra i ragazzi.

Nel 2023 un italiano su due di età sopra i 14 anni ha effettuato acquisti online, con una maggiore propensione tra gli uomini (54%) rispetto alle donne (45,7%). A livello geografico, invece, l’e-commerce trionfa nel Nord Italia (54%) rispetto al Mezzogiorno (42,3%). Gli italiani hanno trascorso in media 6 ore e 9 minuti al giorno su internet, dedicando quasi due ore ai social e il restante tempo soprattutto alle piattaforme di streaming e broadcasting.  

La dipendenza da internet e social media, secondo il professore Renato Pisanti, docente di Psicologia sociale della comunicazione all’Unicusano e supervisore del dottor Paolo Soraci, impatta inevitabilmente sulla salute mentale e sulle relazioni sociali.

“In letteratura – spiega Pisani – numerosi studi hanno evidenziato l’effetto nocivo sul benessere psicologico di un uso eccessivo di dispositivi e social media tra i giovani. Ad esempio il British millenium cohort study, che monitora il benessere mentale di 19mila giovani nati tra il 2000 e il 2002, ha rilevato che, soprattutto tra le ragazze, i tassi di depressione aumentavano di pari passo con le ore trascorse sui social media. Le ragazze che trascorrevano più di cinque ore al giorno sui social media avevano tre volte più probabilità di sviluppare depressione rispetto a quelle che non li usavano affatto”.

Sempre Pisani: “Naturalmente ci troviamo di fronte a uno studio epidemiologico-correlazionale dove è difficile stabilire connessioni di causa-effetto (è possibile che le persone depresse trascorrano più tempo online), ma numerose evidenze sottolineano come gli smartphone ci allontanano dall’ambiente circostante, rendendoci, come afferma la sociologa Sherry Turkle, ‘per sempre altrove’. Negli studi che stiamo conducendo esamineremo anche gli effetti emotivi del confronto sociale costante favorito dai social media”.

Il dottor Paolo Soraci aggiunge: “Un uso eccessivo e compulsivo di dispositivi e social media può aumentare i livelli di stress, soprattutto se interferisce con il sonno, la produttività o le interazioni sociali reali. Come evidenziato nello studio condotto nell’ateneo romano, sebbene la tecnologia permetta di connettersi virtualmente, può anche ridurre il tempo trascorso nelle interazioni faccia a faccia, portando a un aumento del senso di isolamento sociale. Ma non solo, perché l’uso intensivo dei social media può portare a una continua ricerca di approvazione attraverso ‘like’ e commenti, il che può influire negativamente sull’autostima e sulle relazioni reali”.

Da queste considerazioni preliminari si può dunque comprendere meglio come gli smartphone generino a tutti gli effetti una dipendenza. Le persone possono sviluppare un bisogno urgente di controllare continuamente il telefono o i social media anche quando non è necessario, il che può interferire con altre attività quotidiane. La necessità costante di rimanere connessi può portare a sensazioni di frustrazione e ansia quando non è possibile accedervi.

“La FoMo, o paura di essere esclusi – aggiunge Soraci –, ‘esplode’ anche in altri contesti o comportamenti come lo scorrere compulsivamente i social per non perdere aggiornamenti su eventi, viaggi o uscite. Oppure l’acquisto compulsivo di prodotti per paura di rimanere indietro rispetto agli altri. O ancora la partecipazione a eventi solo per condividerli. O infine il senso di frustrazione e invidia nel vedere i contatti su LinkedIn che ottengono promozioni o nuove opportunità lavorative”.

Invertire la rotta, secondo Pisanti, è ancora possibile, se entrano in gioco, da protagoniste, famiglia e scuola. Tra i banchi è importante promuovere l’educazione digitale, introducendo programmi di alfabetizzazione digitale per aiutare gli studenti a sviluppare un uso sano e consapevole della tecnologia, riducendo il rischio di uso problematico. Di pari passo andrebbero studiate attività volte a ridurre il disagio psicologico, come pratiche di rilassamento o sport, creando ambienti sicuri per discutere di emozioni legate alla paura di essere esclusi.

Agli insegnanti, poi, il compito di sensibilizzare i propri studenti sull’importanza di bilanciare l’uso della tecnologia con esperienze offline significative per migliorare la soddisfazione di vita. La famiglia, dal canto suo, dovrebbe essere il luogo sicuro dove trasmettere comportamenti sani, incoraggiando un approccio consapevole alla tecnologia. È importante favorire anche il dialogo aperto su come la tecnologia influisce sulla vita quotidiana, aiutando i giovani a riconoscere e gestire i propri comportamenti tecnologici problematici.

Redazione Nurse Times

Articoli correlati

Scopri come guadagnare pubblicando la tua tesi di laurea su NurseTimes

Il progetto NEXT si rinnova e diventa NEXT 2.0: pubblichiamo i questionari e le vostre tesi

Carica la tua tesi di laurea: tesi.nursetimes.org

Carica il tuo questionario: https://tesi.nursetimes.org/questionari

Condividi

Lascia un commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *