“Una professione in salute, che cresce e attrae tanti giovani. Quanto ci sarebbe piaciuto poter affermare ciò nella Giornata internazionale dell’infermiere. Invece siamo costretti ancora una volta a fare l’elenco, purtroppo sempre più lungo, delle cose che non vanno, di tutto quello che questo Governo e questo Parlamento potevano fare e non hanno fatto”. Lo afferma Andrea Bottega (foto), segretario nazionale del sindacato Nursind, in occasione della ricorrenza odierna (12 maggio).
“Oltre due anni e mezzo di legislatura e ancora nulla di concreto è stato portato a termine per gli infermieri – prosegue il segretario Nursind -. Anzi, abbiamo anche dovuto schivare un macigno che avrebbe addirittura azzoppato una categoria già in sofferenza e sempre più demotivata come la nostra. Mi riferisco al grossolano errore, per fortuna poi corretto grazie alla nostra ostinazione, contenuto all’articolo 1 del Ddl prestazioni sanitarie, che inizialmente prevedeva l’esclusività medica per diagnosi, prognosi e terapia, paralizzando di fatto il lavoro degli infermieri”.
E ancora: “Che dire poi della riforma di riordino delle professioni sanitarie che già un mese fa sembrava dovesse approdare in Consiglio dei ministri, come annunciato dal ministro Schillaci, e invece si è persa nel porto delle nebbie? Stesso discorso vale per le lauree specialistiche: ancora niente di più che un annuncio. Insomma, non possiamo parlare di attenzione alla categoria, a meno di non volerci prendere in giro, salutando come straordinarie due misure che tali non sono, e cioè l’incremento delle indennità e la detassazione delle prestazioni”.
Conclude il segretario Nursind: “Infine non c’è dubbio che, se la figura dell’infermiere prescrittore non fosse rimasta sulla carta, oggi potremmo raccontare una storia diversa, con responsabilità in capo ai professionisti finalmente riconosciute. Un passo avanti significativo per una categoria che lamenta enormi difficoltà di crescita sul piano della carriera. Questione non da poco, visto che incide pure sulla scarsa attrattività del nostro lavoro e, quindi, sulla cronica carenza di operatori, che si riverbera sul funzionamento dell’intero Ssn”.
Redazione Nurse Times
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