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Scarlattina: tutto quello che c’è da sapere

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Scarlattina, casi in aumento tra i bambini: le raccomandazioni del ministero
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Un approfondimento dagli esperti dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù.

La scarlattina è una malattia esantematica contagiosa, causata dallo Streptococco Beta Emolitico di gruppo A (SBEGA), un batterio che produce una tossina detta pirogenica. La tossina pirogenica, passa in circolo causando l’esantema e gli altri sintomi della malattia.

La scarlattina si trasmette per via aerea con le goccioline di saliva (tosse, starnuti ecc.) da un bambino malato o portatore (presenza senza sintomi) del germe che è di regola a carico della faringe (faringite streptococcica), molto più raramente della cute (impetigine). Colpisce i bambini dopo il secondo anno di vita. Non compare mai prima del sesto mese di vita ed è molto rara fino ai due anni. È più frequente nei mesi invernali.

Recentemente, dopo la pandemia del Covid-19, la circolazione di questo germe è molto aumentata, con la presenza, seppure molto rara, di forme più invasive che possono interessare diversi organi e, in casi rarissimi, provocare quadri clinici assai gravi con necessità di terapia intensiva.

Sintomi

L’incubazione della scarlattina è breve (2-5 giorni). La comparsa è improvvisa con febbre alta spesso accompagnata da brividi, nausea, vomito e mal di testa. Dopo poche ore, compare l’esantema, anche se non è presente in tutti i casi. L’esantema si manifesta inizialmente nella zona dell’inguine e delle ascelle per diffondersi poi rapidamente al tronco, alle braccia e alle gambe.

Al volto, l’arrossamento delle guance contrasta con il relativo pallore del naso e della zona intorno alla bocca. Faringe e tonsille sono spesso fortemente arrossate. Le linfoghiandole del collo di solito sono tumefatte e dolenti. Dopo 24-48 ore la lingua assume l’aspetto della lingua a lampone: fortemente arrossata con papille gonfie.

L’esantema da scarlattina è caratterizzato dalla comparsa di minuscole macchioline lievemente rilevate, di un colorito rosso acceso, che tendono a confluire tra loro conferendo alla pelle un colorito uniformemente arrossato (rosso vivo). L’esantema dura 3-4 giorni, poi impallidisce, la febbre scompare e subentra una desquamazione della pelle a lamelle, soprattutto ai palmi delle mani e dei piedi, che dura 10-20 giorni.

Complicanze

In alcuni casi l’infezione streptococcica può provocare infezioni invasive da Streptococco gruppo A (iGAS) con diffusione del germe in organi normalmente sterili e la comparsa di quadri clinici gravi con batteriemia, polmonite, infezione dei tessuti molli e delle ossa (cellulite, osteomielite, fascite necrotizzante), sindrome da shock tossico streptococcico, e, come nelle più comuni infezioni da streptococco, si possono manifestare complicanze immunologiche tardive come la malattia reumatica e la glomerulonefrite acuta post-infettiva.

Le infezioni iGAS possono presentarsi inizialmente con sintomi aspecifici (febbre, stanchezza generale, perdita di appetito) e i bambini, in particolare, possono avere una rapida progressione verso una forma di malattia grave. Pertanto i genitori dovrebbero richiedere una valutazione clinica nel caso il proprio bambino presenti sintomi preoccupanti e non migliori clinicamente.

Diagnosi

La diagnosi della scarlattina è essenzialmente clinica. Gli esami di laboratorio dimostrano, come in tutte le infezioni batteriche, un aumento degli indici di flogosi (VES, PCR) e dei leucociti neutrofili. Altri batteri, come stafilococchi e Yersinia enterocolitica, alcuni antibiotici e un gran numero di infezioni virali (mononucleosi, infezioni da Adenovirus, Enterovirus e Cytomegalovirus) possono dare talvolta manifestazioni cliniche simili a quelle della scarlattina. La diagnosi di scarlattina viene confermata dal ritrovamento del germe – lo SBEGA – nel tampone faringeo e dall’aumento degli anticorpi diretti contro lo streptococco (tipicamente il titolo antistreptolisinico o TAS).

Cura

La cura della scarlattina – essenziale anche per prevenire le possibili complicanze gravi – va seguita per 10 giorni e consiste nella somministrazione di amoxicillina per bocca. Il bambino può tornare a scuola anche dopo 24 ore dall’inizio del trattamento antibiotico, perché il batterio è molto sensibile agli antibiotici e muore subito.

Redazione Nurse Times

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