La scarlattina è una delle malattie infettive del bambino cosiddette esantematiche perché provoca una eruzione cutanea diffusa (esantema).
È causata da un batterio, lo streptococco beta emolitico di gruppo A (Streptococcus pyogenes) ed è molto comune nei bambini ma può colpire anche le persone adulte.
Di solito, si presenta in forma non molto grave, anche se altamente contagiosa, e può essere curata dal medico di famiglia mediante la prescrizione di antibiotici. Anche se molto raramente, può presentarsi nuovamente nella stessa persona.
In gravidanza, anche se non esistono indicazioni che possano far sospettare la sua pericolosità per il feto, è comunque consigliabile evitare contatti stretti con persone malate.
Alcune malattie con cui la scarlattina può essere confusa, perché si presentano con un esantema simile, sono il morbillo, la rosolia, la quinta e sesta malattia.
Sintomi
I disturbi (sintomi) causati dalla scarlattina si manifestano entro una settimana dal contatto con il batterio responsabile della malattia.
I primi segni, di solito, sono mal di gola, mal di testa, malessere generale e febbre superiore a 38°C, con ingrossamento dei linfonodi del collo.
L’esantema inizia generalmente a livello del torace, schiena e pancia, per poi espandersi agli arti: è formato da macchie rosso-rosate che possono confluire e che scompaiono premendoci sopra un dito, per poi riapparire quando viene tolto. A livello delle pieghe cutanee (ascelle o gomiti), il rossore può essere più evidente. La pelle risulta ruvida al tatto.
Il viso, anche se non è mai raggiunto dall’esantema, può divenire molto arrossato, come dopo aver preso molto sole, ad eccezione della zona intorno alla bocca che rimane pallida. A volte, la lingua può ricoprirsi di una patina bianca che, dopo qualche giorno, scompare lasciando la lingua rossa e gonfia (lingua a fragola).
Con la cura appropriata, la scarlattina in genere guarisce in una settimana, sebbene le zone del corpo interessate dall’esantema possano continuare a spellarsi per più giorni.
Cause
La scarlattina è causata dall’infezione del batterio streptococco beta-emolitico di gruppo A (Streptococcus pyogenes). La comparsa di macchioline rosse sul corpo (esantema), disturbo tipico della malattia, è causata da una tossina prodotta dal batterio.
Terapia
Curare la scarlattina con gli antibiotici, sempre sotto stretto controllo medico, è fortemente raccomandato al fine di limitare il rischio di complicazioni, abbreviare il periodo durante il quale la malattia è contagiosa ed accelerare la guarigione.
Anche se i disturbi (sintomi) tendono a diminuire abbastanza velocemente dopo l’assunzione dell’antibiotico, è assolutamente necessario completare il ciclo di cura come indicato dal medico curante.
Oltre a prendere gli antibiotici, è bene riposare e bere molti liquidi; se compare febbre elevata, possono essere utilizzati paracetamolo o ibuprofene.
Prevenzione
La scarlattina è contagiosa dal periodo della comparsa dei disturbi (sintomi) fino a circa 24 ore dopo l’inizio della terapia antibiotica. In assenza di cure, è contagiosa per 2-3 settimane.
Per evitare il diffondersi dell’infezione, la persona ammalata dovrebbe rimanere isolata e, quindi, non recarsi a scuola o al lavoro per almeno 24 ore dall’inizio della terapia antibiotica.
Dato che l’infezione si diffonde attraverso le microgocce espulse nell’aria con la tosse e gli starnuti, è bene che i malati si coprano naso e bocca quando tossiscono o starnutiscono e che i fazzoletti usati siano gettati via immediatamente.
Per proteggersi dall’infezione, inoltre, è importante lavarsi spesso le mani con acqua e sapone, non condividere asciugamani, lenzuola, utensili ed altri oggetti personali con persone malate.
Non esiste un vaccino contro la scarlattina, quindi l’unico modo per prevenirla è quello di evitare il contagio. I soggetti a contatto con il bambino malato, se non sono immuni alla malattia, per proteggersi dovrebbero assumere anche loro antibiotici per i primi due giorni di terapia del bambino.
La scarlattina rientra nell’elenco delle malattie infettive che il medico curante è obbligato a notificare al Ministero della Salute.
Redazione NurseTimes
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