La presidente della FNC Ipasvi commenta la manovra del Governo per il 2017. “Vigileremo sul rinnovo dei contratti e che le risorse siano ben impegnate”
ROMA – L’apertura di credito c’è senza però abbassare il livello di attenzione a tutela della professione infermieristica. La prima impressione della presidente della Federazione dei Collegi Ipasvi, Barbara Mangiacavalli, alla legge di Bilancio per il 2017 messa a punto dal Governo è positiva, “un buon inizio” per dirla con le parole della Mangiacavalli.
“Il rispetto della crescita del fondo sanitario di due miliardi rispetto al 2016 consente di salire di un gradino di quel modello di assistenza disegnato con i nuovi Lea, con i bisogni legati ai farmaci innovativi e alla necessaria battaglia contro patologie come l’epatite C che riguardano centinaia di migliaia di cittadini”.
A giudizio della Mangiacavalli se attenzione c’è, nella legge di Bilancio, verso il mondo sanitario, parte del merito va ascritto “agli allarmi che, come Federazione per i nostri professionisti, in questi mesi abbiamo lanciato a chi gestisce la sanità”.
La Mangiacavalli disegna anche gli scenari possibili presenti e futuri: “Le risorse a disposizione per i contratti – spiega – non consentiranno di recuperare il vuoto di sette anni, né quello del costo della vita che per gli infermieri raggiunge cifre ormai nell’ordine del 25% circa, ma rappresenta un primo tratto positivo per ridisegnare un sistema che guardi al merito e che possa aprire le porte a una reale crescita professionale”.
Sul rinnovo del contratto la Mangiacavalli è chiara: “Ci sarà la massima attenzione della Federazione e non solo dei sindacati; ce la metteremo tutta per avere atti d’indirizzo validi per la professionale, perché le risorse siano ben impegnate”.
E se da una parte c’è il rinnovo del contratto, dall’altra ci sono organici ancora sottostimati in ambito infermieristico: “la carenza di nuovi infermieri – commenta la presidentessa della Federazione – è di almeno 17-18mila unità per poter coprire le regole, su turni di lavoro e riposi, dettate dalla Unione europea e recepite dall’Italia. Poi ce ne vorrebbero almeno altre 30mila per rendere efficiente l’assistenza territoriale e per avvicinare il nostro Paese ai valori Ocse”.
E anche sui precari la legge di Bilancio rappresenta un inizio per la presidente: “Di infermieri in questa condizione ce ne sono circa 16-18mila”.
Di questi, 8-10mila lavorano a tempo determinato, poco meno di quattromila hanno un contratto di lavoro interinale, senza dimenticare chi è costretto a lavorare per strutture o nelle cooperative “dove manca del tutto o quasi il rispetto dei contratti”.
Stabilizzare questa platea di infermieri, a giudizio della Mangiacavalli, “costa molto meno di nuove assunzioni”. Ma la presidente della Federazione torna al punto di partenza a proposito della legge di Bilancio: “E’ solo l’inizio, un buon segnale ma staremo a vedere, senza mai abbassate la guardia sulla tutela dell’organizzazione e della dignità della nostra professione”.
Salvatore Petrarolo
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