Il sonno profondo ha la capacità unica ed essenziale di rimuovere i “rifiuti” del cervello, tra cui proteine tossiche che possono portare a malattie neurodegenerative come l’Alzheimer. A dirlo è uno studio della Northwestern University pubblicato su Science Advances.
“Abbiamo utilizzato il monitoraggio video nelle mosche per identificare uno stadio di sonno profondo discreto, drosophila, chiamato sonno di estensione della proboscide, che è definito da ripetute estensioni e retrazioni della proboscide stereotipate. Il sonno in estensione proboscide è accompagnato da soglie di eccitazione molto elevate e ridotta attività cerebrale, indicative di uno stato di sonno profondo. Prevenire le estensioni della proboscide aumenta la mortalità correlata alle lesioni e riduce lo smaltimento dei rifiuti” hanno spiegato i ricercatori.
Le piccole mosche usate nello studio hanno cicli del sonno-veglia sorprendentemente simili a quelli degli esseri umani e che proprio per questo vengono presi in considerazione quando si tratta di studi sul sonno o su tutto ciò che riguarda questo argomento per gli esseri umani.
Le estensioni della proboscide delle mosche, ossia quella sporgenza che hanno davanti al muso, sono un movimento di pompaggio di fluidi verso quelli che sono considerati le versioni dei reni negli umani. “Il nostro studio mostra che questo facilita l’eliminazione dei rifiuti e aiuta nel recupero degli infortuni”, hanno spiegato.
Compromettendo la fase del sonno profondo nelle mosche, queste erano meno capaci di eliminare una sostanza che gli stessi ricercatori avevano iniettato nei loro corpi e risultavano più suscettibili alle lesioni traumatiche.
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