“Nessun incentivo, nessuna borsa di studio, nessuna campagna di sensibilizzazione per una professione sempre più svilita”. Questo il commento di Stefania Calcari (foto), presidente di Opi Asti, alla luce dei dati che evidenziano un netto calo di partecipazioni ai test di ammissione a Infermieristica nelle tre università piemontesi (in programma ieri, 5 settembre, come in tutta Italia), dove non è stato raggiunto nemmeno il numero di mille iscritti.
“Non sorprende – aggiunge la presidente di Opi Asti – che la professione infermieristica perda attrattività, poiché il supporto e la promozione dovrebbero provenire non solo dagli Ordini professionali e dall’università, ma anche dalle istituzioni stesse. Quando la politica manca di una visione chiara della professione infermieristica il risultato non può che essere un progressivo svilimento di questo lavoro, reso sempre meno accattivante”.
Calcari parla anche di promesse non mantenute: “Nel 2023, più precisamente in un incontro formale avvenuto il 12 settembre, il presidente della Regione, Alberto Cirio, aveva promesso borse di studio per le facoltà di Infermieristica e campagne di comunicazione nelle scuole superiori per sensibilizzare gli studenti su questa professione. Impegni che avrebbero potuto contribuire a invertire la tendenza negativa, ma che sono rimasti nel limbo. La mancanza di un supporto istituzionale concreto sta lentamente soffocando una professione già messa a dura prova”.
Continua la presidente di Opi Asti: “Sempre nel 2023, sempre il presidente Cirio, aveva anche annunciato un percorso di coordinamento con la professione infermieristica e gli organi delle professioni sanitarie. Una bella idea, che purtroppo non ha avuto seguito. A distanza di un anno, nessuna di queste promesse è stata mantenuta. E ogni promessa non mantenuta contribuisce a peggiorare una situazione già critica, con un impatto diretto sulla disponibilità futura di personale infermieristico qualificato”.
Per Opi Asti è fondamentale riflettere sull’importanza di una professione infermieristica sempre meno appetibile per i giovani. “Se la figura del medico gode di un riconoscimento sociale forte, lo stesso non si può dire per gli infermieri. Questa disparità, unita alla mancanza di incentivi economici adeguati, contribuisce ulteriormente alla disaffezione verso questa professione”.
In conclusione la presidente di Opi Asti cita l’esempio virtuoso della vicina Valle d’Aosta, dove invece si sta facendo qualcosa per valorizzare gli infermieri: “Quella Regione ha intrapreso una strada diversa, aumentando significativamente gli stipendi del personale”.
Redazione Nurse Times
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