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Smartphone agli under 14, Sironi (M5S): “Bene lo stop, ma offriamo alternative sane”

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Smartphone agli under 14, Sironi (M5S): "Bene lo stop, ma offriamo alternative sane"
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“Sappiamo che nei primi dieci anni di vita dei bambini si forma la struttura del pensiero, quindi il linguaggio tecnologico si va a inserire in un momento fondamentale di formazione, e per questo motivo va assolutamente normato. Per quanto riguarda il divieto agli smartphone, concordo sul fatto che sia un fenomeno da regolamentare, ma devo dire che nel periodo dell’adolescenza sappiamo bene che la ribellione rispetto ai divieti è molto forte”. Così Elena Sironi, senatrice del Movimento 5 Stelle e membro della Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza, intervenuta in occasione della presentazione della petizione per lo stop all’uso degli smartphone sotto i 14 anni e ai social sotto i 16.

“È sicuramente importante – prosegue Sironi – che ci siano delle regole insieme all’educazione e alla formazione, ma a fianco del divieto deve esserci anche un’alternativa, perché una cattiva abitudine si esclude con l’introduzione di una buona abitudine. Penso ai giovani che abitano nelle grandi città, che non hanno la possibilità di sfogarsi all’aria aperta, nella natura, magari appartenenti a famiglie poco abbienti, con entrambi i genitori lavoratori e privi delle risorse economiche da investire in percorsi educativi sportivi o artistici. Ecco, togliendo loro lo smartphone, potrebbero sentirsi isolati e senza alternative”.

Conclude Sironi: “Penso ad esempio al metodo educativo della scuola steineriana, e quindi allo stimolo alla creatività e al pensiero critico attraverso l’arte, l’attività fisica, il contatto con la natura. Dobbiamo fare in modo che nelle nostre scuole, nella nostra struttura societaria, siano inseriti questi stimoli, che vanno a colmare un vuoto particolarmente importante nella fase preadolescenziale. Altro problema è l’artificiosità di questo stimolo, che crea dipendenza nei ragazzi e la cui gestione e controllo sono nelle mani del business. Questo è un altro aspetto a cui dobbiamo stare molto attenti”.

Redazione Nurse Times

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