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2 giugno, voce agli infermieri

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2 giugno, voce agli infermieri
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Il 2 giugno si festeggia la nascita della Repubblica Italiana. Nel 1946 gli elettori, per la prima volta furono convocati per dare un duplice voto, per il referendum istituzionale e per l’elezione dei deputati all’Assemblea costituente. Il quadro politico della nuova Italia vedeva due schieramenti maggiori a confronto, da un lato la Democrazia cristiana e dall’altro i partiti comunista e socialista. Fu tra queste forze che si stipulò un patto, un compromesso istituzionale che diede luogo alla Costituzione, promulgata il 27 dicembre 1947 ed entrata in vigore il 1° gennaio 1948.  La nostra Costituzione, riconosce la centralità del cittadino, con i suoi bisogni e le sue esigenze, ed è in quest’ottica che dobbiamo leggere l’art. 32, ma non possiamo farlo se prima non partiamo dall’osservanza del principio di uguaglianza sostanziale e formale, dall’affermazione dei doveri di solidarietà economica e sociale e della Repubblica che si impegna a promuovere i diritti dei cittadini, come riportato nell’art. 3 che enuncia uno dei principi più importanti contenuti all’interno del testo costituzionale. 

Dunque l’articolo 32 della nostra carta Costituzionale tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti. 

Il nostro sistema sanitario poggia su questi diritti Costituzionali importanti che, dobbiamo ricordarlo, nascono da molto lontano e che germogliano alla fine della Seconda Guerra Mondiale ed è su quest’ultima che vorrei soffermarmi per ricordare il ruolo importante delle Infermiere durante la guerra. 

Un ruolo che non fu solo di aiuto ai medici nel curare i militari/cittadini feriti o malati, ma le infermiere furono capaci di portare oltre alle cure assistenziale anche sollievo e conforto ai nostri soldati nelle fasi più dolorosi e nei loro ultimi istanti di vita. Furono tante le infermiere che affrontarono il conflitto rimanendo negli ospedali da campo sotto i bombardamenti, oppure rimanendo a contatto con i malati, a rischio della propria vita e salute. 

Ieri come oggi con la battaglia sul Covid-19, gli infermieri sono chiamati Eroi, ieri sul fronte della guerra oggi in prima linea contro il virus Covid-19, con grande professionalità, impegno e dedizione, oggi come allora siamo rimasti accanto ai malati fino all’ultimo respiro, abbiamo lottato con grande professionalità e abnegazione lavorando 24 ore al giorno senza riposare per cercare di sbarrare le porte a questo nemico insidioso e invisibile. 

Infermieri Eroi nell’ultima guerra, infermieri Eroi nella lotta al Covid-19, ieri come oggi abbiamo combattuto, abbiamo avuto paura, ma poi la paura ha lasciato il posto alla razionalità e alla nostra professione. 

Oggi 2 giugno si festeggia la nascita della Repubblica Italiana, oggi come ieri gli infermieri contribuiscono con il loro servizio e la loro professionalità al bene della nazione, ed è in questo che consiste il loro essere EROI. Vengono ringraziati con l’inno di Mameli, con striscioni e applausi, da tutti. Peccato che non abbiano ancora ricevuto il giusto riconoscimento dal governo e dalle associazioni di categoria, AIOP RSA e AIOP RSA, che da 14 anni non rinnovano il contratto di lavoro ai dipendenti della sanità privata convenzionata. Oggi come ieri noi professionisti (infermieri, oss, tecnici di radiologia, di laboratorio, terapisti, logopedisti, assistenti sociali, educatori, ausiliari, addetti alle pulizie, mensa, manutenzione, tutti gli operatori) siamo Eroi senza nessun riconoscimento e noi ovunque combattiamo RSA, CSAA, RA, Ospedali, Case Di Cure, Centri di Riabilitazione, ambulatori, ecc. ci prendiamo cura e assistiamo le persone malate perché siamo noi Infermieri, professionisti della salute. 

Daniele Leone Infermiere Coordinatore

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