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World AIDS day 2016: auto test Hiv disponibile da oggi in farmacia

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In dati dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) in vista della Giornata mondiale della lotta all’AIDS non sono affatto confortanti, si pensi che 4 persone su 10 al mondo non sanno di essere sieropositive.

Milioni di persone con HIV ancora non hanno accesso ai trattamenti  salva-vita  – ha detto Margaret Chan, direttore generale dell’OMSe per questo non si può evitare che questi stessi individui trasmettano il virus ad altri. Un auto-test dell’HIV permetterebbe a molte persone di conoscere il loro status e soprattutto di curarsi in modo tempestivo ed adeguato”.

L’OMS invita quindi ad utilizzare un auto-test che utilizza la saliva o poche gocce di sangue, che permetterebbe di avere i risultati in soli 20 minuti. Se il riscontro al test dovesse essere positivo la persona dovrebbe recarsi nei centri specializzati per una ulteriore conferma.

Disponibili da oggi anche in Italia un test diagnostico per l’Hiv che potrà essere effettuato in farmacia, dal costo esiguo (circa 20 euro), non servirà prescrizione medica, esattamente come per il test di gravidanza. Si esegue attraverso un prelievo capillare di sangue con una piccola puntura al polpastrello.

L’importanza di questo tipo di esame è quello di convincere anche i più recalcitranti a sottoporsi al test, difatti come sostiene Gottfried Hirnschall, Direttore del Dipartimento sull’HIV dell’OMS: “Con l’auto-test  siamo in grado di incoraggiare anche i partner di persone malate a fare il test”. Il 70 % di coloro che hanno un compagno sieropositivo e che si sono sottoposti ad un test, infatti, è risultato sieropositivo a sua volta.hiv-self-test-630

L’identikit di chi effettua questo tipo di test corrisponde al genere femminile nel 70% dei casi. Sottoporsi al test permette un più rapido accesso alle cure per chi scoprisse di essersi infettato.

L’obiettivo dell’OMS è quello di consentire l’accesso a questo tipo di test al maggior numero di persone possibile, abbassando ulteriormente il costo del kit stesso.

Mentre l’OMS si pone traguardi ambiziosi come quello di porre la parola fine sul triste capitolo di questa epidemia entro in 2030, in Italia da qualche giorno sono state emanate le Linee Guida 2016 del Ministero della Salute in collaborazione con il SIMIT (Società Italiana di Malattie Infettive  e Tropicali), che aggiornano i percorsi di cura ed i protocolli di trattamento.

Se i farmaci a tutt’oggi disponibili non possono guarire ancora dall’HIV, possono tuttavia garantire una vita più duratura e qualitativamente piena. Particolare attenzione viene posta sull’ottimizzazione della cura e sulle diverse fasi della vita dei pazienti sieropositivi, quali la terapia neonatale, l’invecchiamento e le co-infezioni come la tubercolosi.

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WHO

In Europa, 1 persona su 7 non sa di essere stata contagiata secondo i dati riportati dall’ECDC (Centro per la Prevenzione ed il Controllo delle malattie) di Stoccolma.

A primeggiare in questa triste classifica i Paesi dell’Est ed in particolare la Russia, dove il problema rimane sottaciuto e dove si concentrano 1/3 dei nuovi casi in Europa.

La trasmissione del virus nel nostro Continente avviene attraverso i rapporti sessuali non protetti (omosessuali ed eterosessuali) e lo scambio di siringhe tra  tossicodipendenti.

Nel nostro Paese, continuando a snocciolare alcuni dati, l’incidenza di nuovi casi è stata di 5,7 ogni 100.000 residenti nel 2015. Il fatto che il numero di nuovi casi si sia mantenuto pressoché stabile negli ultimi anni, non può non essere visto come un fallimento, stante le Campagne di informazione di questi ultimi anni, le cure erogate e i nuovi farmaci messi a disposizione delle persone sieropositive.

Nel nostro Paese inoltre, così come negli altri Paesi più sviluppati la principale causa di contagio sono i rapporti sessuali non protetti e il problema davvero grave sempre più è rappresentato dal sommerso, su un totale di 120 – 130 mila persone con HIV , almeno il 10% ignora la propria sieropositività.

Persone che non possono per questo usufruire delle nuove terapie, se non tardivamente e che possono essere fonte a loro volta di ulteriori contagi.

Diventa essenziale quindi ritornare a parlare di prevenzione e ricordare che a tutt’oggi il profilattico rimane il mezzo più efficace per prevenire l’HIV.

Cosa cambia sostanzialmente, nella vita di tutti i giorni per le persone sieropositive?

La possibilità, rispetto al passato, di poter progettare la propria vita guardando ad un futuro, non solo prossimo. Nel 2015, ad esempio, 8 donne incinte su 10 hanno assunto antiretrovirali grazie ai quali sono nati bambini sani.

Cosa invece non è cambiato affatto?

Lo stigma, che circonda molto spesso le persone che dichiarano la propria sieropositività. A dispetto delle Campagne internazionali e nazionali l’indifferenza nei confronti di questa patologia sta aumentando a causa di un errata percezione della malattia stessa che sta sempre più cronicizzandosi, quando in realtà basterebbe prevenirla.

E’ quindi realizzabile il proposito dell’OMS sulla fine dell’epidemia da HIV/AIDS entro la fine del 2030?

Visti i dati sembrerebbe utopistico, tuttavia, prevenire questa malattia si può e si deve.

Rosaria Palermo

https://www.quotidianosanita.it/scienza-e-farmaci/articolo.php?articolo_id=45631

https://www.quotidianosanita.it/scienza-e-farmaci/articolo.php?articolo_id=45608

https://www.who.int/hiv/en/

https://www.repubblica.it/salute/medicina/2016/11/29/news/in_europa_una_persona_con_hiv_su_7_non_sa_di_essere_stato_infettato-153068540/

 

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