Nel mirino degli inquirenti sono finite anche e due cliniche private calabresi. L’attività illecita avrebbe prodotto anche un rallentamento delle liste d’attesa.
Nei giorni scorsi, al termine di un’inchiesta durata diversi anni, la Procura di Catanzaro ha chiuso le indagini su un presunto sistema di visite mediche pagate in nero e di false fatturazioni che avrebbe coinvolto personale sanitario e amministrativo dell’ospedale Pugliese di Catanzaro. Sono 18 le persone finite nel mirino degli inquirenti (tre medici, infermieri, dipendenti amministrativi e personale dell’ufficio Alpi), oltre a due società legate alle cliniche private Day Surgery Tomaino ed Emmegi Hospital.
Le ipotesi di reato contestate, a vario titolo, sono associazione per delinquere, truffa aggravata ai danni dello Stato, accesso abusivo a sistemi informatici o telematici, falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in certificati o autorizzazioni amministrative, peculato, falsa attestazione di presenza in servizio, emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, riciclaggio e autoriciclaggio. A darne notizia è stata il quotidiano La Gazzetta del Sud.
Stando ai risultati dell’inchiesta, i dirigenti medici di vari reparti dell’ospedale Pugliese di Catanzaro (Ginecologia, Neurochirurgia, Oculistica, Cardiologia e Gastroenterologia) avrebbero svolto in modo sistematico attività intramoenia in strutture private, incassando direttamente dai pazienti, e rigorosamente in contanti, il corrispettivo delle prestazioni sanitarie. Il tutto con la complicità dell’ufficio Alpi (Attività libero.professionale intramuraria): tre dipendenti avrebbero manipolato il sistema informatico dell’ospedale inserendo prenotazioni fittizie con date retroattive per giustificare le poche visite regolarizzate.
Solo una parte minima delle somme sarebbe stata versata nelle casse dell’azienda ospedaliera di Catanzaro, così da dissimulare l’illiceità delle condotte contestate. A rendere possibile il meccanismo illecito sarebbe stato l’accesso abusivo al sistema informatico dell’ospedale, con la registrazione ex post di visite fittizie e la gestione pilotata delle prenotazioni, anche indirizzando i pazienti verso le strutture private. Tutto ciò avrebbe prodotto anche un rallentamento delle liste d’attesa per i cittadini onesti, costretti ad aspettare mesi mentre il sistema privato “parallelo” prosperava.
Tra le posizioni contestate, quella di un oculista che avrebbe eseguito interventi di cataratta abusivi, dividendosi tra una clinica privata e il proprio studio professionale, ed eludendo completamente i controlli pubblici. Con la chiusura delle indagini preliminari la Procura di Catanzaro si avvia ora verso le determinazioni processuali.
I nomi degli indagati
L’atto della Procura di catanzaro coinvolge figure di spicco della sanità locale: Antonio Attisani, 56 anni; Antonio Bilia, 69 anni; Caterina Floriana Candido, 43 anni; Mafalda Candigliota, 52 anni; Pasquale Critelli, 58 anni; Margherita Di Bari, 68 anni; Maurizio Gigliotti, 63 anni; Roberto Iuliano, 69 anni; Mariateresa Debora Lanatà, 45 anni; Giampiero Maglia, 59 anni; Luigi Mancuso, 66 anni; Giuseppe Mauro, 70 anni; Giuseppe Perri, 71 anni; Annarita Procopio, 52 anni; Marco Scicchitano, 59 anni; Riccardo Sperlì, 57 anni; Giuseppe Tomaino, 41 anni; Rossella Viscomi, 65 anni; Clinica Day Surgery Tomaino S.r.l.s., con sede legale a Soverato (CZ); Emmegi Hospital S.r.l., con sede legale a Cosenza.
Redazione Nurse Times
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