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Virus respiratorio sinciziale, nuovo farmaco sarà gratuito in tutte le regioni

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Virus respiratorio sinciziale, nuovo farmaco sarà gratuito in tutte le regioni
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L’epidemia stagionale da virus respiratorio sinciziale, che può portare nei neonati a casi gravi di bronchiolite, è alle porte e tra i medici è già scattata l’allerta per questa infezione che ogni anno nel mondo causa la morte di circa 100mila bambini con meno di cinque anni.

Un nuovo farmaco preventivo potrebbe però segnare una svolta. Si tratta dell’anticorpo monoclonale Nirsevimab, che ha dimostrato di prevenire il 90% delle ospedalizzazioni e che il ministero della Salute ha annunciato di voler rendere disponibile gratuitamente in tutte le regioni per il trattamento dei neonati.

L’avvio di una interlocuzione con l’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) affinché si proceda al trasferimento del Nirsevimab-Bey dai farmaci in fascia C a quelli in fascia A, dunque a carico del Ssn, è stato annunciato e comunicato in una nota alle Regioni dal ministero della Salute proprio “in considerazione dell’aumentata incidenza del Vrs nella popolazione pediatrica”.

L’annuncio è giunto dopo che una precedente circolare, datata 18 settembre, aveva allertato le Regioni in piano di rientro (Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Calabria, Puglia, Sicilia), dunque prevalentemente al Sud, in merito all’opportunità di garantire autonomamente la somministrazione di questo farmaco gratuitamente, pur non essendo ancora incluso nei livelli essenziali di assistenza (Lea).

La nota ha subito acceso le polemiche, con Pd e Azione che hanno definito “vergognoso” il tentativo di negare il farmaco in alcune Regioni, parlando di “primi effetti” della legge “Spacca Italia” sull’autonomia differenziata. Poi la precisazione del ministero in una nuova circolare alle Regioni.

“È nostra intenzione – assicura Maria Rosaria Campitiello, capo Dipartimento della Prevenzione del ministero della Salute – rafforzare le strategie di prevenzione e immunizzazione universale a tutela dei bambini su tutto il territorio nazionale, garantendo a tutte le Regioni la somministrazione dell’anticorpo monoclonale, senza oneri per i pazienti”.

La precisazione del ministero è stata accolta con favore da medici e pediatri, che chiedono di poter avviare la profilassi con Nirvesimab già a partire da novembre in tutta Italia. Si dice soddisfatto il Board del calendario per la vita, di cui fanno parte varie società scientifiche, sottolineando che è “urgente offrire prevenzione efficace per questo grave problema di salute e garantire l’equità di offerta a tutti i bambini italiani”.

Il Board auspica dunque che l’interlocuzione avviata con l’Aifa al fine di consentire la riclassificazione di Nirsevimab quale farmaco garantito in regime di gratuità a tutti i cittadini “sia condotta rapidamente, per poter offrire protezione ai neonati fin dalla imminente stagione invernale”.

La preoccupazione per il virus respiratorio sinciziale, che colpisce soprattutto i neonati entro i primi sei mesi di vita, è molto alta. “Lo scorso anno – ricorda Luigi Orfeo, presidente della Società italiana di neonatologia (Sin) – si sono registrati in Italia circa 15mila ricoveri per bronchiolite, di cui 3mila in terapia intensiva, e ci sono stati 16 decessi. Se, come speriamo, potremo far partire la profilassi da novembre per tutti i neonati, questo potrebbe cambiare la storia di questa infezione”.

Sempre Orfeo: “Lo scorso anno Nirsevimab non era ancora disponibile in Italia, a eccezione della Val d’Aosta, dove è stata condotta una somministrazione pilota. Era invece già disponibile in altri Paesi Ue, come la Spagna. Finora, dunque, abbiamo utilizzato un altro anticorpo monoclonale, il Palivizumab, che veniva però somministrato solo ai neonati a rischio, una volta al mese per la durata epidemica”.

Il nuovo anticorpo, al contrario, è a lunga durata e agisce per tutti i cinque-sei mesi del periodo epidemico, prevedendo una sola somministrazione. “E’ indirizzato – conclude Orfeo – a tutti i nuovi nati durante il periodo epidemico e andrebbero vaccinati anche i bambini che hanno meno di sei mesi all’inizio della stagione epidemica di virus respiratorio sinciziale”.

Redazione Nurse Times

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