Il presidente De Palma: “Agli infermieri solo 67 euro lordi di aumento. Rimangono le deroghe ai riposi e indennità notturne da fame”.
“La Corte dei Conti, dopo un lungo iter cominciato il 23 febbraio in Aran, ha ‘positivamente certificato’ un’ipotesi di contratto in cui è previsto che un infermiere a inizio carriera e collocato in categoria D prenda un aumento tabellare di 67 euro lordi. Un’epilogo vergognoso che conferma la scarsa considerazione della politica verso i professionisti sanitari, che reggono sulle loro spalle, tra turni di lavoro massacranti e ore interminabili di straordinario, il peso del Servizio sanitario nazionale, dove mancano all’appello 50mila colleghi, stando ai dati diffusi qualche giorno fa dalla Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche”.
Così Antonio De Palma, presidente del sindacato Nursing Up, commenta il via libera della Corte dei Conti alla pre-intesa di Ccnl comparto sanità per il triennio 2016-2018. “Nell’ipotesi di Ccnl – prosegue – restano alcune deroghe alle norme europee sulle 11 ore di riposo continuativo. E le indennità notturne di pochi spiccioli sono le stesse di dieci anni fa: un’inezia. Lo abbiamo fatto notare tre mesi fa e lo ribadiamo ora: gli infermieri hanno dovuto subire condizioni di lavoro inaccettabili e si aspettavano di essere riconosciuti come professionisti attraverso un’adeguata retribuzione, condizioni degne di un Paese civile”.
Il Leader sindacale conclude così: “Diciamo basta: ai tagli lineari delle dotazioni organiche, alle deroghe indiscriminate delle ore di riposo giornaliere e del riposo settimanale, alla fuga di cervelli dei giovani laureati in Scienze infermieristiche, che dovrebbero coprire il fabbisogno di personale sempre peggiore, con l’aumento dei pazienti cronici e non autosufficienti. Dopo nove anni di attesa del rinnovo contrattuale, gli infermieri meritavano un trattamento diverso e per questa ragione il Nursing Up non ha firmato la pre-intesa del contratto collettivo nazionale di lavoro, al quale si sono opposti anche tutti i professionisti sanitari che hanno aderito massicciamente agli scioperi nazionali del 23 febbraio e del 12 e 13 aprile scorsi, che hanno visto saltare 180mila prestazioni infermieristiche e la sospensione dell’attività di migliaia di sale operatorie in tutta Italia”.
Redazione Nurse Times
Lascia un commento