I medici che non vogliono vaccinarsi contro il coronavirus non potranno lavorare negli ospedali. A dirlo è la legge e a ribadirlo è il presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Filippo Anelli. Via dagli ospedali medici e infermieri “no vax”, quindi.
Le notizie dei piccoli focolai di Covid-19 in diverse strutture sanitarie, causati anche da lavoratori che avevano rifiutato di vaccinarsi hanno causato molta preoccupazione.
Il punto di partenza sono tre leggi: la 81 sulla sicurezza del lavoro, la 24 del 2017 e l’articolo 129 del decreto legislativo 106 del 2009. «In forme diverse — spiega Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici — ci dicono una cosa molto chiara: il datore di lavoro, dunque il servizio sanitario, ha il dovere di tutelare la salute dei lavoratori. E dei pazienti. È vero che la vaccinazione è una scelta individuale. Ma è altrettanto vero che chi non è vaccinato e lavora in un luogo a rischio, come possono essere le corsie di un ospedale in una situazione pandemica, mette a rischio non solo la propria vita, ma anche quella dei suoi pazienti. Quindi, non può essere in servizio».
La Repubblica (G. Foschini)
“Il datore di lavoro su conforme parere del medico competente, adotta misure protettive particolari per quei lavoratori per i quali, anche per motivi sanitari individuali, si richiedono misure speciali di protezione, fra le quali: la messa a disposizione di vaccini efficaci per quei lavoratori che non sono già immuni all’agente biologico presente nella lavorazione, da somministrare a cura del medico competente” recita l’articolo 129 del decreto 106.
Per chi non sarà disposto a vaccinarsi, le singole aziende sanitarie dovranno cercare un luogo “non a rischio” in cui impiegare i lavoratori.
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