Giacomo Gorini, ricercatore italiano dell’Università di Oxford, spiega via social le ragioni del ritiro dal commercio, puntualizzando che “il vaccino AstraZeneca, secondo alcune stime, ha salvato solo nel primo anno di utilizzo 6 milioni di vite, più di qualunque altro vaccino nello stesso periodo”. Intanto giunge notizia del primo caso giudiziario di risarcimento in Italia per reazioni avverse.
“Va in pensione un vaccino che ci è stato utile in tempi di emergenza Covid“. All’indomani del ritiro dell’Autorizzazzione all’immissione in commercio (Aic) in tutto il mondo del vaccino AstraZeneca arriva il commento social di Giacomo Gorini, ricercatore italiano che all’Università di Oxford, nei giorni più duri della pandemia, ha lavorato sul vaccino stesso.
Le ragioni della decisione sono state così spiegate da AstraZeneca: “Considerata la quantità di vaccini disponibili ed efficaci per le nuove varianti di Covid-19, non c’è più stata domanda per il vaccino Vaxzevria, che di conseguenza non è più stato prodotto né distribuito. Non prevedendo quindi una futura domanda, si è deciso di ritirare l’autorizzazione all’immissione in commercio”. In buona sostanza, il vaccino è stato utile, ma non è più attuale.
Le ragioni del ritiro dal commercio
Sentito dall’Adnkronos Salute, Marco Cavaleri, responsabile per l’Ema dei Rischi sanitari e delle Strategie vaccinali, nonché capo della Task force emergenze (Etf), ha chiarito: “Questo è in linea con le aspettative che vaccini non più usati e aggiornati vengano ritirati, come da nostra indicazione. Stiamo lavorando con tutti i produttori per sfoltire il numero dei vaccini approvati, così da gestire solo quelli che vengono regolarmente aggiornati”.
Gorini era intervenuto già nel dibattito sul vaccino AstraZeneca, ricordando via social che il colosso farmaceutico anglo-svedese “ha ammesso per la prima volta in tribunale che il vaccino può causare questi effetti collaterali rari e gravi”. Ma, puntualizza l’esperto, è una prima volta solo per l’aula di giustizia, perché in realtà “se ne parla liberamente da anni”.
Ora, prosegue Gorini via social, “è giusto che si continui con mRna, una tecnologia sicurissima ed efficace”. Tuttavia il vaccino AstraZeneca, “secondo alcune stime, ha salvato solo nel primo anno di utilizzo 6 milioni di vite, più di qualunque altro vaccino nello stesso periodo. Come qualunque altro farmaco, ha effetti collaterali, alcuni gravi. Quelli gravi sono, in frequenza, molto rari e paragonabili a quelli di qualunque altro farmaco. Altrimenti non sarebbe stato utilizzato”.
Gli effetti collaterali
Sempre Gorini: “Hanno fatto scalpore, dato il periodo storico e la particolare attenzione dei media, quelle famose trombosi associate a piastrinopenia. Queste sono simili, per natura, a quelle causate da un altro farmaco approvato, l’eparina. Non mi stupisco che se ne parli di nuovo, ma questa è una non notizia, dato che della presenza di questi effetti collaterali, come per qualsiasi altro farmaco, si sa da anni, e sia l’azienda che gli enti regolatori ne hanno sempre parlato apertamente”.
Aggiunge Gorini: “Il fatto che si sappia di questi effetti collaterali rarissimi, in realtà, è segnale che il famoso ‘sistema’ funziona: gli enti regolatori se ne sono accorti in farmacovigilanza; l’azienda e la comunità scientifica ne hanno preso atto senza problemi. Dato che i vaccini a mRna sono veramente eccezionali in termini di sicurezza (non avendo mai effetti collaterali potenzialmente letali), ha avuto senso, aumentata la disponibilità di dosi e una volta ridotta la circolazione virale, concentrarsi solo su quelli”.
Il vaccino AstraZeneca, rimarca lo scienziato, “ha rappresentato uno strumento di primo soccorso durante le fasi iniziali di pandemia, dati i suoi ottimi profili di sicurezza e la sua efficacia particolarmente contro malattia grave. Ha salvato molte, ma molte, ma molte vite“.
Gorini conclude con una riflessione che lascia trasparire un po’ di amarezza: “Chi odia la mia categoria generalmente ritrae gli scienziati come dei manipolatori di masse, insabbiatori di effetti collaterali. I rari effetti collaterali del vaccino AstraZeneca sono stati segnalati proprio dagli scienziati”.
Il primo caso di risarcimento in Italia
Intanto giunge notizia di un caso giudiziario riguardante i danni da vaccinazione anti-Covid. Si tratta del caso di un cittadino genovese che ha subito gravi reazioni avverse dopo aver ricevuto il vaccino AstraZeneca nel 2021, in due dosi a distanza di mesi. L’iter legale è stato guidato dal Codacons, che ha rappresentato il cittadino nel perseguire un risarcimento.
Dopo la valutazione da parte delle autorità sanitarie, è stato confermato un legame tra la vaccinazione e le condizioni mediche avverse manifestate dal cittadino, tra cui una rara condizione nota come piastrinopenia immunomediata (Itp). Come risultato di questa battaglia legale, l’Asl 3 di Genova e la Commissione Medica Ospedaliera di La Spezia hanno approvato un indennizzo che ammonta a 1.740,77 euro bimestrali.
Nel verbale, secondo quanto riporta il Codacons, è scritto che “il manifestarsi della piastrinopenia immunomediata (Itp) cronica che ha colpito il signor F.E.P. a distanza di pochi giorni dalla prima procedura vaccinale con vaccino Astrazeneca per Covid-19 costituisce certamente una reazione avversa grave (risposta nociva e non intenzionale a una vaccinazione per la quale è possibile stabilire una relazione causale o concausale con la vaccinazione stessa), potenzialmente innescata dalla procedura stessa, in soggetto fino ad allora sano”.
Redazione Nurse Times
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