L’intervento, alla 34esima settimana di gestazione, è servito a trattare la rara malformazione aneurismatica della vena di Galeno che affliggeva il bambino.
Negli Stati Uniti, per la prima volta al mondo, un feto ancora nell’utero materno è stato operato al cervello per trattare una rara malformazione aneurismatica della vena di Galeno. L’intervento, eseguito alla 34esima settimana di gestazione, ha visto impegnato un team di medici del Brigham and Women’s Hospital e del Boston Children’s Hospital.
Quando hanno saputo della loro quarta gravidanza, Derek e Kenyatta Coleman, di Baton Rouge, Louisiana, sono rimasti sorpresi ed entusiasti. “Il bambino stava bene”, ha spiegato Kenyatta alla Cnn. Poi, alla 30esima settimana di gravidanza, è venuta a conoscenza del problema. I Coleman hanno dunque scelto di affidarsi alla sperimentazione clinica condotta dagli ospedali Brigham and Women’s e Boston Children’s.
Il 15 marzo, esattamente un mese dopo l’ecografia che ha individuato la malformazione, è avvenuta l’operazione. Il bambino ha mostrato immediatamente segni di miglioramento. Il piccolo, Denver, è nato poco dopo, il 17 marzo, a 34 settimane. “L’ho sentita piangere per la prima volta e non riesco nemmeno a esprimere a parole come mi sono sentita in quel momento”, ha ricordato Kenyatta.
Ora, quasi due mesi dopo la nascita, Denver continua a stare bene e trascorre la maggior parte del tempo dormendo e mangiando. Non sembra aver bisogno di ulteriori interventi. “Ci ha mostrato fin dall’inizio che era una combattente”, ha concluso la madre.
“Le due grandi sfide da affrontare per chi ha la malformazione sono le lesioni cerebrali e l’insufficienza cardiaca immediata dopo la nascita”, ha detto alla Cnn il dottor Darren Orbach, radiologo del Boston Children’s Hospital ed esperto nel trattamento della malformazione aneurismatica della vena di Galeno.
“In genere i neonati vengono curati dopo la nascita – ha aggiunto Orbach -. Tuttavia il trattamento spesso avviene troppo tardi. Nonostante i progressi nella cura, il 50-60% dei bambini con questa condizione si ammala immediatamente. E tra questi sembra esserci il 40% di mortalità. Circa la metà dei bambini che sopravvive sperimenta gravi problemi neurologici e cognitivi”.
Redazione Nurse Times
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