Aveva il tumore ma non le era stato diagnosticato. Dopo la mammografia, la biopsia aveva dato come esito: formazioni benigne. Accade a una cinquantenne di Milano che, dopo aver affrontato la malattia, ha portato in tribunale due medici.
Si tratta del dirigente dell’unità operativa della Radiologia senologica dello Icp della Asst Milano Nord, Paolo Fernando Princi, e una collega anatomopatologa del medesimo centro.
I fatti, riportati da B. Raspa su “Il Giorno”, risalgono al 2013. La donna sette anni fa, durante una visita di routine, si sentì dare una brutta notizia: lo screening al seno aveva evidenziato lesioni da approfondire. L’esame istologico eseguito successivamente diede referto negativo. Lesioni di tipo benigno, concluse la biopsia. Solo in occasione di una seconda visita medica, in questo caso in un altro centro ospedaliero, lo Ieo, venne a galla la verità: la signora aveva il cancro.
Di qui la denuncia, nel 2015, suffragata da consulenze che evidenzierebbero la malignità di quelle lesioni fin dal 2013. I consulenti della Procura, però, non hanno dato per certo il nesso causale tra la presunta interpretazione sbagliata di quei segni e l’insorgenza della malattia, la quale potrebbe pure essersi sviluppata in un secondo momento.
Rimane poi il dubbio che i prelievi istologici abbiano riguardato un’area cellulare non toccata dal tumore. I vetrini della biopsia hanno infatti confermato l’esito benigno delle misteriose lesioni.
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