Si tratta di un importante passo avanti per rendere sempre più vincente l’approccio chirurgico.
Provenienti da tutto il mondo, i maggiori esperti in tecniche chirurgiche mininvasive sui tumori del pancreas si riuniscono a Brescia per un congresso scientifico di portata eccezionale, in cui saranno definite le prime linee guida europee, validate a livello internazionale.
Saranno conosciute con il nome di Linee guida di Brescia e sono il punto di arrivo di un lavoro durato oltre un anno, fortemente voluto dal professor Mohammad Abu Hilal, Chairman del Congresso EGUMIPS (First Internationally Validate European Guidelines Meeting on Minimally Invasive Pancreatic Surgery) e direttore dell’Unità operativa complessa di Chirurgia generale di Fondazione Poliambulanza, che ha coordinato il lavoro di 18 ricercatori e 70 esperti in centri d’eccellenza di tutto il mondo.
Si tratta di un importante passo avanti per rendere sempre più vincente l’approccio chirurgico a un tipo di tumore raro, ma molto aggressivo e difficile da combattere, che non mostra particolari sintomi iniziali e per questo viene scoperto in fase precoce solo nel 7% dei casi.
“Purtroppo i numeri sono in aumento – spiega Abu Hilal –. Solo pochi anni fa colpiva quattro persone ogni 100mila, ma oggi in Italia questa incidenza arriva a 11 pazienti su 100mila con 14.500 diagnosi l’anno, 12.500 con esito infausto. Si calcola che la forma più diffusa, l’adenocarcinoma del pancreas, nel 2030 sarà la seconda causa di morte tra tutti i tipi di tumore. Tra i fattori di rischio al momento noti, il fumo di sigaretta e il consumo di alcol. Anni fa visitavamo prevalentemente persone tra i 70 e gli 80 anni, ora abbiamo anche pazienti più giovani”.
Prosegue l’esperto: “Il nostro impegno, con le Linee Guida di Brescia, sarà anche quello di scegliere i pazienti che possono essere trattati con maggiore speranza di successo, in quanto non tutti i tumori del pancreas sono operabili o adeguati alla chirurgia mininvasiva. Una volta selezionati i casi operabili con tecniche mininvasive, è importante che l’intervento avvenga in centri d’eccellenza. Sono orgoglioso di poter dare il nome di Brescia al risultato di un importante percorso scientifico, che certamente segnerà il futuro della medicina in questo settore”.
Il metodo utilizzato per definire queste linee guida, che contemplano sia tecniche laparoscopiche sia tecniche robotiche della chirurgia pancreatica, è del tutto simile a quello adottato per le Linee guida di Southampton, ora seguite in tutto il mondo per la chirurgia laparoscopica del fegato, un altro progetto condotto dal professor Abu Hilal, esperto internazionale anche nella chirurgia del fegato.
“Un evento significativo per la nostra città anche in previsione del prossimo anno, in cui Brescia, insieme a Bergamo, sarà Capitale della Cultura – afferma il professor Mario Taccolini, presidente di Fondazione Poliambulanza –. Siamo orgogliosi dell’eccellente lavoro svolto dal professor Abu Hilal, che nel nostro ospedale dirige l’Unità operativa complessa di Chirurgia generale, coordinando un team di specialisti e ricercatori dotati di tecnologie all’avanguardia nella lotta al cancro pancreatico”.
La presentazione dei contenuti delle linee guida è frutto di vari passaggi precedenti e di successive validazioni, l’ultima delle quali ha avuto luogo giovedì 28 settembre, nel Salone Vanvitelliano di Palazzo Loggia, con la partecipazione del sindaco di Brescia, Emilio Del Bono, e del vicesindaco Laura Castelletti, che hanno dato il benvenuto della città e portato i saluti dell’amministrazione. Una giuria di super esperti ha approvato, infine, i risultati dell’ultima versione dei protocolli, validando definitivamente le linee guida.
“Ringraziamo tutti gli specialisti che hanno partecipato alla stesura di questo fondamentale documento rappresentato dalle Linee guida di Brescia, in particolare il coordinatore del progetto, il professor Abu Hilal – conclude il dottior Alessandro Triboldi, direttore generale di Fondazione Poliambulanza -. L’obiettivo che specialisti e ricercatori si sono posti è quello di potenziare sempre più le tecniche di chirurgia mininvasiva per offrire ai pazienti un decorso post-operatorio più breve, una diminuzione del rischio di complicanze e una qualità di vita più alta”.
Redazione Nurse Times
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