Concorso per infermieri alla Città della Salute, molti errori nelle graduatorie. “Non dipende da noi ma da una ditta esterna”
Dopo il ricorso al TAR (VEDI), poi respinto (VEDI) e dopo l’attesa infinita dell’uscita delle graduatorie (VEDI), il ‘concorsone’ per infermieri di Torino sembra essere ripiombato nel caos.
Solo una settimana fa Gian Paolo Zanetta, il direttore generale della Città della Salute, spiegava così a Repubblica, circa il ritardo nell’uscita delle graduatorie: “Si devono fare tutti gli accertamenti necessari sui titoli. Preferiamo evitare che ci siano ricorsi”.
E invece, dopo oltre un mese d’attesa …altro STOP: venerdì scorso sono state finalmente pubblicate gli elenchi, ma… molti candidati, dei 1700 in attesa di essere assunti nei principali ospedali torinesi, hanno denunciato sui social diversi errori nei punteggi.
E, si sa, in una classifica dove le differenze sono ridotte allo zero virgola, un errore nel calcolo dei propri titoli e del punteggio delle varie prove significa la retrocessione di chissà quante posizioni. E perciò ulteriori settimane, mesi o anni in più ad attendere di essere chiamati per lavorare nel tanto agognato posto pubblico.
Alla Città della Salute specificano che per i conteggi l’azienda si è affidata a ‘Intersistemi Italia’, una ditta esterna; società che ha già ricevuto una decina di mail di contestazioni ancora prima che fossero pubblicate le graduatorie e che, molto probabilmente, da lunedì riceverà moltissime telefonate da parte dei concorsisti che pretendono spiegazioni circa la loro posizione.
E ricompare lo spettro dei ricorsi. Proprio ora che, finalmente, si era arrivati al traguardo.
Ci ha provato Francesco Cartellà, il responsabile Cgil Città Salute, a tranquillizzare i candidati e smorzare la paura che un nuovo vizio procedurale possa bloccare le assunzioni: “Martedì ci sarà un importante incontro alla Città della Salute per discutere delle assunzioni: non possiamo più aspettare”.
Eh già. Perché gli infermieri sono esasperati. Gli ospedali hanno un disperato bisogno di personale. E i pazienti vanno rimessi, al più presto, al centro. Seriamente. Non solo a Torino.
Alessio Biondino
Fonte: Repubblica
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