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La dott.ssa Chiara Gambino si laurea presso l’Università degli Studi “G. d’Annunzio” Chieti – Pescara presenta a NurseTimes la sua tesi sperimentale dal titolo “L’efficacia della musicoterapia nella riduzione dell’ansia e del dolore postoperatori: studio sperimentale”
INTRODUZIONE
Subire un intervento chirurgico, soprattutto se per patologia grave (es. patologia oncologica), evoca profonde angosce e preoccupazioni ed innalza i livelli di stress globale (Pereira, Figueiredo-Braga, & Carvalho, 2015; Grieve, 2002).
Può manifestarsi attraverso l’iperreflessia, l’aumento della loquacità, la ripetizione di domande, il pianto, l’irrequietezza motoria, tachicardia, dispnea, ipertensione arteriosa, tensione muscolare, midriasi pupillare, impellenza urinaria, tremori (M. Martinotti et al., 2015).
L’agitazione che precede un intervento chirurgico ha degli effetti negativi ampiamente documentati: è il maggiore predittore del dolore postoperatorio (Abrushami et al., 2009), può aumentare il bisogno di anestetici (Yellen & Davis 2001) e il periodo di degenza, riduce il comfort (Grieve, 2002), inibisce l’apprendimento di nozioni relative all’autocura (Vaughn et al., 2007), accresce il rischio di infarto miocardico, stimolando il rilascio di adrenalina e noradrenalina (Forshee, 2010).
Negli ultimi anni è maturata l’idea che il dolore non solo sia inutile ed eticamente inaccettabile, ma anche dannoso perché innesca fattori responsabili di numerose complicanze (A. Cestari & G. Palumbo,2008)
La necessità di trattare il dolore acuto nasce anche dalle possibili modificazioni a carico d’organi e apparati cui spesso è accompagnato: ipertensione, tachicardia, infarto del miocardio a livello dell’apparato cardiocircolatorio; alterazione del rapporto ventilazione-perfusione, ipoventilazione, insufficienza respiratoria a livello dell’apparato respiratorio; nausea, vomito, inibizione della funzione peristaltica a livello dell’apparato gastrointestinale; l’ipercoagulabilità associata all’immobilità aumenta l’incidenza di eventi tromboembolici; lo stress operatorio può causare deficit dell’efficienza del sistema immunitario che riduce la resistenza ai patogeni e favorisce le complicanze infettive (A. Cestari & G. Palumbo, 2008).
Diverse, inoltre, sono le azioni che l’infermiere può compiere nel periodo pre,peri e post-operatorio per ridurre il livello d’ansia e dolore della persona assistita (Bailey, 2010).
Interessarsi ad esempio al comfort ambientale (assicurandosi che il materasso si mantenga riscaldato, aiutando l’assistito a cambiare posizione, rispettando la privacy), utilizzando a supporto della pratica clinica cure infermieristiche complementari (A. Silvestro et al., 2002).
La FNOPI definisce le cure complementari come cure olistiche e naturali che possono essere affiancate alle cure ufficiali sia infermieristiche che mediche.
Tra le cure infermieristiche complementari è possibile annoverare la musicoterapia.
La musicoterapia è definita come un intervento profondo che ha come elemento centrale non solo la musica ma la relazione tra la persona e l’infermiere (Gord C., 2011).
Inoltre, è importante ricordare che sono diversi gli studi che hanno indagato l’effetto della musica sullo stato di malessere percepito dai pazienti chirurgici.
Gli studi sinora condotti, però, si sono maggiormente concentrati sull’utilizzo della musica nel periodo preoperatorio (A. Sili et al., 2013).
Poca attenzione, invece, è stata posta all’utilizzo della musica durante interventi chirurgici di bassa, media ed alta complessità.
Pertanto, in merito alle considerazioni precedentemente esposte, la presente ricerca si propone di approfondire ed analizzare l’efficacia della musicoterapia su pazienti candidati ad interventi di Day surgery e valutare come questa agisca sull’ansia e dolore durante l’intervento.
OBIETTIVO
Questo studio si propone di analizzare l’efficacia della musicoterapia, in termini di riduzione dell’ansia e del dolore, su pazienti candidati ad interventi di Day Surgery.
MATERIALI E METODI
Il disegno sperimentale di tale studio è non randomizzato controllato monocentrico.
Sono stati arruolati pazienti maggiorenni di sesso maschile e femminile ricoverati, per lo più in regime di Day Surgery presso il Presidio Ospedaliero di Pescara.
Gli strumenti utilizzati sono dati dall’ausilio di lettori CD e cuffie auricolari monouso durante l’intervento chirurgico al fine di permettere all’assistito di ascoltare la musica a lui preferita, questionario socio demografico, State Trait Anxiety Inventory (STAI-Y), VISUAL ANALOGUE SCALE (VAS).
RISULTATI
Hanno preso parte allo studio 46 pazienti di entrambi i sessi: 31 facenti parte del gruppo sperimentale (a quali è stato somministrato l’intervento musicoterapico) e 15 appartenenti al gruppo di controllo (che hanno ricevuto cure infermieristiche standard).
Il campione totale presenta un rapporto pressoché equilibrato tra maschi (48%) e femmine (52%); le fasce d’età più rappresentative sono la II fascia d’età (31-50 aa) e la IV fascia d’età (71-95 aa).
In merito alla valutazione dell’efficacia dell’intervento musicoterapico in termini di riduzione d’ansia, tale studio ha mostrato una netta diminuzione della quota d’ansia nel 100% del campione nel gruppo sperimentale: 29 assistiti (94%) che al tempo X mostravano valori della STAI-Y compresi tra 41-60 (“ansia moderata”), al tempo Y presentavano una riduzione verso la fascia ansia lieve (STAI-Y 21-40).
Il restante 6% (2 persone) al tempo X presentavano valori appartenenti alla fascia ansia grave (STAI-Y 61-80), mentre al tempo Y mostravano una diminuzione della quota d’ansia verso la fascia ansia moderata (STAI-Y 41-60).
A differenza del gruppo di controllo che, nella quasi totalità, non ha mostrato fluttuazioni.
Invece, in merito alla valutazione del dolore, nel gruppo sperimentale, dopo l’ascolto della musica, più della metà del campione (55%), ha mostrato una riduzione di una classe di dolore, mentre il 45% non ha palesato alcuna modificazione.
A differenza dell’ansia, vi sono state delle aree chirurgiche in cui l’intervento musicoterapico ha avuto maggior efficacia in termini di riduzione del dolore: in 3 assistiti (50%) su 6 sottoposti ad intervento di chirurgia plastica si è verificata una riduzione di una classe di dolore, in 5 assistiti su 10 sottoposti ad intervento di chirurgia mammaria si è verificata la medesima situazione, come anche nei 4 assistiti su 8 sottoposti ad interventi di chirurgia urologica.
L’ascolto della musica determina un rilascio di endorfine, e dunque una conseguente condizione di benessere che riduce la frequenza respiratoria e migliora l’attività cardiaca (V.Pini, 2016).
A sostegno di quanto affermato, nel gruppo sperimentale, 26 assistiti (84%) mostrano una riduzione della P.A. e 5 (16%), invece, non mostrano alcuna variazione.
Nel gruppo di controllo, al contrario, 7 assistiti (47%) presentano un aumento della P.A., 7 assistiti (47%) mostrano una riduzione e 1 (6%) non presenta alcuna modificazione.
A differenza della P.A., lo studio della FC mostra dei risultati abbastanza contrastanti tra i due gruppi di studio: nel gruppo sperimentale in 29 assistiti (94%) si ha un abbassamento della FC ed in 2 assistiti (6%) alcuna variazione; nel gruppo di controllo, invece, il 67% (10) presenta un aumento della FC, il 27% (4) una riduzione e nel 6% (1) non viene rilevato nessun cambiamento.
Infine, nel gruppo sperimentale la SpO₂ non mostra alcuna variazione nel 55% (17) del campione, un aumento nel 42 % (13) e una riduzione nel 3% (1), mentre nel gruppo di controllo il 13 % (2) non mostra alcuna variazione, il 7% (1) un aumento e l’80% (12) una riduzione.
CONCLUSIONI
Questo studio ha dimostrato che l’utilizzo della musicoterapia nel periodo perioperatorio è efficace nel ridurre l’ansia ed il dolore dell’assistito nel postoperatorio.
Dott.ssa Chiara Gambino
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