Non ci sono ancora dati certi sulla durata della copertura vaccinale contro il Covid-19. Il Regno Unito è pronto a somministrare una terza dose a settmbre e Israele a dicembre. Dall’Italia non arriva ancora nessuna decisione ufficiale.
Secondo Francesco Menichetti, primario di Malattie infettive dell’Azienda ospedaliera pisana, una terza dose sarebbe opportuna solo se ci fosse un “clamoroso calo dei livelli di anticorpi neutralizzanti protettivi indotti dal vaccino”, o ci fosse una “emergenza di varianti scarsamente responsive al vaccino”.
Intanto, il presidente del sindacato degli infermieri Nursing Up, Antonio De Palma, ha posto il problema dei “nuovi casi di infermieri contagiati tra i già vaccinati” contro il Covid-19.
“Non abbiamo ancora letto indicazioni ufficiali da parte del ministero della Salute, che regolamentino preventivamente le procedure relative alla terza dose”. De Palma lamenta “la mancanza di politiche di programmazione tempestive e omogenee come gli screening di misurazione del livello anticorporale sul personale sanitaio, che noi chiediamo a gran voce alle aziende sanitarie”.
- Bisceglie (BAT), timbrava il cartellino e tornava a casa: arrestato medico anestesista
- Sanità privata. Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl: “Soddisfatti per convocazione da parte di Aris, ma delusi da atteggiamento Aiop”
- Elezioni Enpapi annullate dal ministero del Lavoro: tutto da rifare
- Cgil Puglia boccia il nuovo Contratto: “Promesse disattese, aumenti minimi e nessuna vera tutela per i lavoratori”
- Sotto la divisa, un cuore stanco: lo stress invisibile dell’infermiere
Fonte: Avvenire (V. Salinaro)
Lascia un commento