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“Siamo carne da macello”. L’amaro sfogo dell’infermiere colpito con un calcio in faccia al Policlinico Tor Vergata

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“Non si può lavorare in queste condizioni. Siamo carne da macello”. Questo l’amaro commento, reso a RomaToday, dall’infermiere 47enne Angelo Borea, vittima di una violenta aggressione al Pronto soccorso del Policlinico Tor Vergata di Roma. Il calcio in pieno volto sferrato da un anziano con demenza senile e in forte stato di agitazione gli ha procurato la rottura del naso, con prognosi di 30 giorni.

“Ho affrontato situazioni analoghe, ma non con questa violenza – spiega l’infermiere -. Ormai la nostra categoria subisce aggressioni tutti i giorni, sia fisiche che verbali. Non si può continuare in questo modo. Adesso io ho riportato la prognosi di un mese. Lo stato d’animo che avrò quando tornerò al lavoro? Non lo so. Intanto sono sommerso dal dolore. Nel fisico e nell’animo”.

Il commento di Antonio De Palma (Nursing Up)

Sulla vicenda dell’infermiere aggredito al Policlinico Tor Vergata ha detto la sua anche Antonio De Palma, presidente del sindacato Nursing Up: “Non si tratta di un fatto eccezionale. La violenza nei nostri pronto soccorso è ormai sistematica, una piaga che nessuno sembra voler affrontare con la dovuta serietà. Il personale sanitario è sempre più solo, esposto a pericoli inaccettabili”.

Sempre De Palma: “Le aziende sanitarie non possono più restare a guardare! In questo caso l’azienda di Tor Vergata ha deciso, di sua sponte, di costituirsi parte civile, ma non accade sempre. Chiediamo da tempo che le aziende siano obbligate per legge a costituirsi parte civile nei processi contro gli aggressori. Per dare un segnale chiaro e forte: colpire un infermiere significa colpire lo Stato stesso! Un ritardo istituzionale intollerabile, che lascia i lavoratori sanitari ancora più esposti”.

Conclude il presidente Nursing Up: “Occorre rafforzare numericamente i presidi delle forze dell’ordine e garantire, ovunque, la presenza di agenti h24. In più, è chiaro che la rabbia dei cittadini, di certo non giustificabile, è legata ai disservizi dei reparti, su tutti quelli di emergenza urgenza. Pertanto occorre rilanciare la sanità di prossimità per snellire il caos dei pronto soccorso e garantire alla collettività la serenità di tempi di attesa dignitosi, e soprattutto la presa in carico solo dei casi più gravi, lasciando gli altri alle strutture territoriali”.

Redazione Nurse Times

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