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Come si sono tramandate le abitudini che regolano l’agire professionale dell’Infermiere?

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È ampiamente risaputo che, nonostante i tentativi di far evolvere la professione infermieristica, la maggior parte degli Infermieri continui ad operare basando le proprie attività su quanto appreso in reparto dai colleghi che li hanno preceduti.

Il tentativo di dare alla professione una sembianza scientifica non sembra avere riscosso molto successo considerato che la maggioranza degli operatori continui a basare il proprio operato sulla “regola dell’abbiamo sempre fatto così“.

Una scienza dovrebbe avere un proprio campo di azione definito ed elementi di ricerca rigorosi per confermare o smentire le relative e teorie. Nell’operato della maggior parte degli Infermieri sembra non esserci di fatto alcun rilevante contenuto scientifico.

Ogni neoassunto viene sottoposto ad un periodo di affiancamento principalmente finalizzato principalmente a tramandare le abitudini che caratterizzano quella determinata realtà lavorativa.

Gli ideali rivoluzionari che molti neolaureati sembrano possedere appassiscono entro breve. Quale potrebbe essere la ragione di tutto ciò?

Nel 1967 fu condotto un esperimento molto interessante dal dottor Stephenson. Lo psichiatra costruì una situazione sperimentale così descrivibile:

1. In una gabbia vengono chiuse 5 scimmie. Nella gabbia è poi fissata una banana al soffitto e predisposta una scala sotto di essa, in modo da raggiungere la banana facilmente.

2. Non appena le 5 scimmie si sono ritrovate nella gabbia insieme alla scala e alla banana, si è creata una situazione di attesa, risolta dal comportamento di una delle scimmie che, arrampicandosi sulla scala ha tentato di raggiungere la banana.

A questo punto però, prima di raggiungere il frutto, sia la scimmia sulla scala che le altre 4, sono state colpite con un getto di acqua ghiacciata, restando sgomente e infreddolite. La scimmia che si trovava sulla scala, data l’intensità del getto, è stata costretta a tornare a terra.

3. Una seconda scimmia ha provato a raggiungere la banana ma anche lei è stata spruzzata con acqua gelata, così come le altre quattro a terra. La procedura è stata ripetuta ogni volta che una scimmia provava a raggiungere la banana, fino a quando nessuna delle 5 scimmie ha più tentato di afferrare il frutto.

4. Quando Stephenson si è accorto che nessuna delle 5 scimmie provava a salire nuovamente sulla scala e che tutte erano impaurite e sconvolte per le conseguenze che potevano subentrare non appena si fossero avvicinate al frutto, ha sostituito una scimmia con un’altra completamente ignara degli avvenimenti e del getto d’acqua punitivo.

5. La nuova scimmia ha provato immediatamente a salire sulla scala e a raggiungere la banana, ma è stata fermata con strattoni violenti dalle altre quattro scimmie ed è stata costretta con la forza a rinunciare al cibo. Ogni volta che la nuova scimmia ha provato a risalire sulla scala è stata aggredita dalle altre, fino a rinunciare al cibo, ma senza conoscerne il motivo e la punizione dell’acqua gelata.

6. una seconda scimmia è stata sostituita da un’altra scimmia ignara degli eventi. Anche in questo caso la nuova arrivata ha provato a raggiungere la banana ma è stata bloccata dalle altre scimmie, compresa quella che non conosceva le reali motivazioni al divieto né il conseguente getto d’acqua gelata.

7. La procedura di sostituzione delle scimmie ha portato man mano ad avere 5 scimmie completamente nuove rispetto alla situazione di partenza. Ogni volta che una scimmia veniva introdotta provava a raggiungere il cibo, ma veniva aggredita dalle altre scimmie (sia quelle che conoscevano la punizione del getto d’acqua, che quelle che si adattavano alle regole interne del gruppo senza conoscere il reale motivo dell’aggressione e del divieto).

8. Si è arrivati ad avere 5 scimmie completamente ignare della reale motivazione al divieto di raggiungere la banana e, nonostante ciò, immobili e impaurite dal tentare di salire sulla scala.

Una REGOLA NUOVA era stata tramandata alla generazione successiva, particolari comportamenti si erano consolidati e manifestati, ma mancavano le motivazioni sottostanti, che non esistevano più e non potevano essere rievocate perché erano legate al gruppo iniziale che le aveva conosciute ed apprese.

Le scimmie protagoniste dell’esperimento realizzato dallo psichiatra sembrano comportarsi proprio come la stragrande maggioranza degli Infermieri operanti in Italia. Nonostante l’inserimento progressivo di soggetti neolaureati, ignari delle precedenti tradizioni, il gruppo rimane sempre immobile ed impaurito dalla possibilità di evolvere.

Ma in che modo gli Infermieri avrebbero ricevuto la doccia gelata? Anni di soprusi, di rimproveri ingiustificati, di demansionamento selvaggio, di provvedimenti disciplinari basati sul nulla potrebbero aver convinto gli Infermieri ad evitare di salire quella scala restando ancorati ad un basso profilo?

Se questa teoria fosse davvero applicabile alla nostra professione quali speranze avremmo di evolvere spezzando le catene che ci legano alle attività demansionanti che dovrebbero ormai rappresentare un solo retaggio storico?

Il nostro ruolo deve quindi essere finalizzato a favorire l’evoluzione della professione evitando di cadere in “improbabili slogan” (VEDI) che vorrebbero invece far retrocedere la professione verso posizioni conservatoristiche, portando la comunità professionale verso l’eterno conflitto con le altre famiglie professionali.

L’alleanza tra professioni potrebbe essere l’unica via per affermare un ruolo che viene sottolineato dai più, ma che stenta a decollare…

Simone Gussoni

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