Una tremenda caduta di stile. Effettuata da chi, per status e per preparazione, ha fatto e fa della cultura la sua più grande fortuna: Vittorio Sgarbi
“Un’analisi concreta dei fatti principali della giornata nella quale verranno coinvolti i diretti protagonisti, ma anche gli ascoltatori. Con l’obiettivo di riconnetterci con il mondo reale.” È così che viene presentata, sul sito di Radio 105, la trasmissione radiofonica 105 Matrix, in onda dal lunedì al venerdì dalle 19:00 alle 20:00.
E nel “mondo reale”, purtroppo, anche persone dal bagaglio culturale immenso come l’onorevole Vittorio Sgarbi, dimostrano di essere totalmente ignoranti a proposito della figura infermieristica. Ovvero una professione sanitaria da molti anni, per giunta intellettuale, ma che per molte (troppe) persone rimane ancora un umile (nella accezione più bassa del termine) mestiere; a cui si approda solo per scarsa intelligenza e poche capacità. Quasi fosse il peggior fallimento personale di un individuo.
Nella trasmissione di ieri, 29 gennaio (ASCOLTA dal minuto 17 al 19 circa), si parlava di politica e più nello specifico del Movimento 5 Stelle. Vittorio Sgarbi, senza troppi peli sulla lingua, ha espresso ciò che pensa dell’Onorevole Di Maio, candidato premier: “…Io posso fare il parlamentare e questo come dire, è una cosa che può fare perfino Di Maio. Ma Di Maio candidato presidente del consiglio? Io sono candidato ministro dei beni culturali; questa ipotesi, che rimane una ipotesi, ma in un governo possibile ha senso che io faccia il ministro dei beni culturali. Lui che titoli ha per fare il presidente del consiglio? Cos’ha fatto?…”
E fin qui tutto ok. Almeno per la nostra professione. Poi, però, sminuendolo, affermando che non ha mai lavorato in vita sua, dandogli del “parassita”, del “cameriere” e del “reggicalze”, ha finalmente sfoderato una indimenticabile (almeno per noi professionisti della salute) perla:
“…A 30 anni può fare il presidente del consiglio? Incredibile… Che so, può fare L’INFERMIERE!”
E ripeto. Lo ha fatto parlando di camerieri, parassiti e reggicalze. Come se essere e fare l’infermiere sia il peggiore dei mestieri, ben lontano dall’essere una scelta, a cui si arriva solo a causa della propria pochezza intellettuale, di una innata scarsa voglia di lavorare o per il fatto di non saper fare null’altro.
Si informi, caro Sgarbi. E magari chieda scusa. O corre seriamente il rischio che da oggi in poi 500.000 professionisti italiani, all’unisono, si rivolgeranno a lei con stordenti e ripetuti: “CAPRA! CAPRA! CAPRA!”
Alessio Biondino
Fonte: RADIO 105
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