Si definisce polso la “percezione” tattile di una arteria apprezzabile a livello cutaneo con la palpazione. Vi è quindi il polso carotideo, il brachiale, radiale, ulnare, femorale, popliteo, pedidio…
Il sollevamento della parete arteriosa che si saggia alla palpazione rappresenta in sostanza la sistole cardiaca, non che la propagazione dell’onda sfigmica nell’albero vascolare arterioso. La qualità di propagazione della onda sfigmica va a braccetto con i toni cardiaci infatti il primo tono cardiaco coincide con la chiusura della valvola mitralica: chiarendo diremo che l’apprezzamento del polso radiale coincide con la sistole cardiaca (ovvero il promo tono dopo chiusura della bicuspide). La Diastole, mentre, la si apprezza solo con strumento idoneo, come in fonendoscopio, e coincide con il Secondo tono cardiaco (ovvero chiusura delle valvole semilunari).
Valutare un polso arterioso e indirizzare il paziente ad un percorso clinico appropriato, assicura all’infermiere la corretta pianificazione delle fasi del Processo di Nursing, favorendo la corretta applicazione del piano assistenziale e la corretta identificazione di diagnosi infermieristica.
Infatti un polso arterioso valutato per bene può svelare delle morbosità legate al circolo.
Nello specifico del polso si deve analizzare con attenzione la sua ampiezza, la sua frequenza, il suo ritmo, la sua tensione, la sua durata e la sua sincronia o rispetto al controlaterale o rispetto agli altri!
L’ampiezza del polso ci dà informazione sulla gittata cardiaca, sul volume circolante e sulla qualità del tono della parete arteriosa. Il si parla di Polsus Magnus (o Polso Ampio), in caso di Ipertensione Arteriosa o Insufficienza aortica con Ipertrofia ventricolare Sinistra; anche nella bradicardia il polso può presentarsi ampio, per effetto del lento riempimento del vaso; nel caso in cui ci sia un Blocco Atrio-ventricolare si parla di Polso Solenne. L’ampiezza del polso è fortemente influenzata da attività fisica ed emozioni forti! Così come abbiamo polso ampio così abbiamo Polsus Parvus (o Polso Piccolo): facilmente lo si riscontra in caso di gittata cardiaca scarsa, dovuta a deplezione di volume circolante o stenosi mitralica o insufficienza mitralica.
A partire dal polso maggiormente ampio a quello meno ampio si distinguono:
- polso ampio.
- Polso normale.
- polso piccolo.
- polso filiforme o assente.
La tensione del polso è direttamente correlata alla pressione presente nel vaso; a tal proposito valutare anche l’elasticità del vaso risulta essere importante: avremo un polso cosiddetto piccolo e teso quando avremo la sensazione di palpare un segmento ligneo, ascrivibile ad un filo di ferro (per esempio nel caso di Ipertensione Arteriosa, e si parla di polso Teso); oppure un polso Molle quando appare poco turgido e “cedevole” (per esempio in caso di Ipotensione) .
Riassumendo il rapporto tra ampiezza e tensione del polso descriviamo un:
- polso piccolo e molle (se filiforme e risulta difficile rilevare la P.A. con fonendoscopio; in tal caso con molta probabilità siam di fronte ad una deplezione di volume circolante oppure ad insufficienza contrattile del miocardio);
- polso piccolo de teso (il vaso è rigido e scarsamente comprimibile, per ciò si definisce “piccolo”; si apprezza nelle Forme severe di Ipertensione Arteriosa )
La consistenza del polso ci dà nozioni sulla qualità della parete vasale dal punto di vista anatomico: un vaso duro può essere espressione di sclerosi focale del vaso stesso con tortuosità manifeste. Parleremo allora di Polso duro (sclerotico o calcificato, tipico del paziente emodializzato) e Arteria a Trachea di Pollo (rilevabili sia alla palpazione che, ovviamente, all’esame radiologico)
Fondamentale e non da ultima la valutazione della frequenza cardiaca, che risulta essere un parametro variabile in funzione dell’età del paziente, del sesso, rilevazione post-prandiale (risulta lievemente aumentata), status emotivo, posizione eretta, sonno (diminuisce per attività spiccata del sistema parasimpatico) e di talune morbosità.
Generalmente nella donna si contano 5 battiti in più al minuto.
Avremo nell’adulto che va da 60-80 pulsazioni al minuto; il bambino con 90-100 battiti; il lattante con 130-140 battiti. Clinicamente la frequenza in caso di febbre, embolia polmonare, ipertiroidismo, insufficienza cardiaca, miocarditi, pericarditi, anomala attivazione del nodo del seno (tachicardia parossistica), insufficienza cardiaca, scarsa volemia.
La diminuzione, mentre, la si osserva ad esempio per stimolazione del Nervo Vago (nella cosiddetta crisi vagale) per ipertensione endocranica, per stimolazioni viscerali o del seno carotideo. Idem nel caso di avvelenamento da digitale o per ittero occlusivo o shock.
La bradicardia non va confusa con la bradisfigmia: un polso risulta bradisfigmico per esempio nel BIGEMINISMO EXTRASISTOLICO cioè nel momento in cui le extrasistoli siano tali in intensità da NON GENERARE UN’ONDA SFIGMICA PERCEPIBILE IN PERIFERIA.
Facilmente il Ritmo permette di individuare eventuali aritmie, come extra-sistoli. Le aritmie tipiche sono anche quelle respiratorie, infatti il ritmo aumenta in fase inspiratoria e diminuisce nella fase espiratoria (IL POLSO PARADOSSO DI KUSSMAUL O PULSUS INSPIRATIONE INTERMITTENTIS: si tratta di una variazione ciclica del polso relazionata alla attività respiratoria per cui si ha un calo della intensità del polso, e quindi della pressione sistolica, durante l’inspirazione).
Nel caso di patologia cardiaca, il ritmo può anche apparire normale, come succede nel caso del flutter atriale e conduzione regolare. Il ritmo del polso può essere intermittente (nel caso in cui ci sia una pausa inaspettata tra un battito e l’altro) e lo si saggia nel blocco atrio-ventricolare tipo Luciani Wenckeback, blocco seno-atriale, extra-sistoli (sporadiche, bigemine, trigemine o quadrigemine che siano!), fibrillazione atriale.
La sincronia si valuta esaminando i polsi a due a due “uguali” (ad esempio rilevazione contemporanea da arteria radiale sinistra e arteria radiale destra; oppure arteria femorale sinistra e arteria femorale destra). Una sincronia alterata la si riscontra in anomalie dell’arco aortico per patologie che possono essere innate o acquisite, alterazione della struttura interna di una delle arterie in esame, ostruzione a monte della arteria.
Un polso caratteristico della insufficienza aortica e che si ha anche nella attività fisica intensa è il polso bisferiens, che si palpa a livello della carotide.
CALABRESE Michele
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