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Sciopero, sindacati scrivono a Meloni e chiedono incontro urgente

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Di seguito la lettera inviata dai sindacati Anaao Assomed, Cimo-Fesmed e Nursing Up alla premier Giorgia Meloni per spiegare le ragioni dello sciopero odierno.

Egregia Presidente,
mercoledì 20 novembre (oggi, ndr) medici, dirigenti sanitari, infermieri e professionisti sanitari manifestano a Roma, in piazza Ss. Apostoli, in difesa del Servizio sanitario nazionale. La nostra non è una protesta nata in modo estemporaneo, ma affonda le radici negli anni passati – caratterizzati sia a Destra che a Sinistra – da una visione politica della sanità pubblica estremamente miope, che di fatto non tutela la salute dei cittadini.

Abbiamo anche indetto una giornata di sciopero di 24 ore appena venuti a conoscenza della bozza della Legge di Bilancio, perché con essa si sancisce l’ennesimo dietrofront su impegni assunti dal ministro Schillaci, prontamente smentiti dal MEF che, senza discostarsi da logiche ultradecennali, continua a spadroneggiare in lungo e largo, minando seriamente la salute dei cittadini italiani.

È vero che l’attuale Governo ha stanziato più risorse in assoluto per il Fondo sanitario nazionale, ma le stesse sono spalmate nei prossimi cinque anni e, al netto dei rinnovi contrattuali, sono ben al di sotto del tasso inflattivo, quindi non in grado di sostenere un Servizio sanitario già in grande difficoltà. Questi finanziamenti sono appena sufficienti a mantenere lo status quo e non saranno certamente alcuni interventi legislativi a ridurre le liste di attesa, senza un vero intervento strutturale di rilancio del Ssn.

I cittadini sono arrabbiati perché la nostra sanità non assicura pienamente il diritto alle cure. I sanitari lo sono ancor di più perché sottopagati, denunciati, e le aggressioni di tutti i giorni testimoniano che esiste una vera emergenza sociale che il Governo è tenuto a prendere in seria considerazione.   

Non si può migliorare l’offerta dei servizi ai cittadini senza rilanciare l’offerta sanitaria. Non si possono ridurre gli interminabili tempi d’attesa continuando a mantenere il blocco del tetto di spesa sul personale. Non si può tamponare con finanziamenti spot l’attuale emergenza sanitaria, andando a finanziare quella sanità privata che sfrutta i propri dipendenti senza rinnovare loro i contratti di lavoro da quasi 20 anni, e che si ostina a non riconoscere loro il medesimo status contrattuale dei colleghi del pubblico impiego.

Siamo tuttavia consapevoli dell’impossibilità di prevedere risorse illimitate per la sanità pubblica, e sosteniamo con forza la necessità di riformare, in modo strutturale e organico, il Servizio sanitario nazionale, senza però intaccare i principi sui quali esso è stato fondato: universalismo, uguaglianza ed equità.

Ma anche nell’attuale Governo – così come tra le fila dell’opposizione – risulta assente una visione lungimirante della sanità del futuro: in che modo si intende coniugare il necessario rispetto di determinati limiti di spesa con l’inevitabile aumento della spesa farmaceutica, delle cronicità e delle comorbilità che ci attende nei prossimi anni, stante l’invecchiamento della popolazione? Come si intende riorganizzare la sanità territoriale e quella ospedaliera, in modo da razionalizzare l’offerta sanitaria, garantendo a tutta la popolazione un’assistenza efficiente e più prossima possibile ai bisogni dei cittadini? E, ultimo ma non per importanza, come si intende rendere nuovamente attrattivo per i professionisti della salute lavorare nel Servizio sanitario nazionale?

Non nascondiamo che quest’ultimo sia il tema che più ci sta a cuore, rappresentando e tutelando i diritti di medici, specializzandi, dirigenti sanitari, infermieri e professionisti sanitari. Riceviamo ormai quotidianamente dai colleghi che lavorano negli ospedali di tutta Italia denunce di condizioni di lavoro inaccettabili. Siamo costantemente bersaglio di aggressioni fisiche e verbali. Continuiamo a essere – insieme alla Polonia e al Messico – l’unico Paese al mondo in cui un errore sanitario, chiaramente non intenzionale, può essere sanzionato penalmente. Abbiamo gli stipendi più bassi d’Europa. Per supplire alle sempre più gravi carenze di organico rinunciamo a ferie, riposi, congedi e malattie.

Sono sempre meno, quindi, i colleghi disposti ad accettare tutto questo, e sempre di più coloro che invece decidono di abbandonare il Servizio sanitario nazionale, preferendo lavorare all’estero o nella sanità privata, dove tuttavia la situazione non è molto più rosea, considerando, come già descritto, che i medici dipendenti delle strutture afferenti all’AIOP attendono da quasi 20 anni il rinnovo del proprio contratto di lavoro e, così come accade per gli infermieri e gli altri professionisti sanitari ex Legge 43/2006, non vedono ancora riconosciuto il medesimo status contrattuale dei colleghi del pubblico impiego.

La depenalizzazione dell’atto medico e delle altre professioni sanitarie si è dissolta nei risultati non ancora ufficiali della Commissione D’Ippolito, fumosi e poco efficienti.

L’incremento delle borse di specializzazione meno richieste, sebbene apprezzabile, non sarà di certo sufficiente a convincere i giovani medici a iniziare un percorso formativo che li porterà a lavorare in condizioni inaccettabili e per i quali chiediamo la contrattualizzazione. Per i loro colleghi delle altre professioni sanitarie non mediche chiediamo da anni la possibilità che vengano retribuiti. Solo spiccioli per gli uni, neanche il riconoscimento professionale per gli altri.

Sono temi, questi, da cui dipende la salute della popolazione e che non possono diventare terreno di scontro tra partiti di maggioranza e di opposizione, né appannaggio esclusivo di una parte politica. Riteniamo dunque necessario che, sulla sanità, tutto l’arco parlamentare lavori unitariamente, mettendo da parte rivendicazioni ed egoismi e ponendo al centro dell’azione politica i bisogni dei pazienti e le necessità dei professionisti della salute.

Alla luce di tutto questo, Le chiediamo di voler promuovere un incontro urgente con i rappresentanti delle organizzazioni sindacali sottoscritte al fine di poterLe illustrare in modo più completo le nostre posizioni e le nostre proposte, con l’unica finalità di migliorare un Servizio sanitario nazionale che, nonostante tutto, il mondo ancora ci invidia.

Redazione Nurse Times

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