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Sanità locale nella bufera

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"Ho un tumore, in Norvegia sopravviverei di più"
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Che su questa terra siamo tutti di passaggio è senza alcun dubbio un dato di fatto.

Quello che invece non è del tutto scontato è che tale trapasso sia favorito, alimentato ed agevolato dalla “nostra” Sanità italiana e nello specifico locale.

In questi giorni i giornali nostrani – anche se la notizia è stata ripresa da diverse testate nazionali – hanno soffermato la loro attenzione su uno tsunami abbattutosi sulla Asl di Lecce, in merito ad una questione a dir poco sconcertante.

“Malati di tumore senza Tac. L’Asl corre ai ripari: più medici e macchine” titola a lettere quasi cubitali il “Nuovo Quotidiano di Puglia” in merito alla denuncia del responsabile del Tribunale per i Diritti del Malato (Tdm) del Vito Fazzi, Angelo Oliva, per quel che concerne il caso di due donne operate di tumore e con la tac fissata al 2017 (prenotazione richiesta il 10 novembre del 2015, in un caso, e fissata al 9 giugno del 2017; nell’altro caso la richiesta è del 22 febbraio 2016, l’appuntamento è stato fissato per il 20 ottobre 2017).
“Questa direzione – hanno fatto sapere con una nota dalla Asl, dopo che il commissario straordinario Silvana Melli, aveva affermato di non voler rispondere di “questioni ataviche”sta immediatamente accertando quale sia stata l’anomalia nel percorso di prenotazione degli utenti che hanno effettuato la segnalazione al Tribunale per i diritti del malato. L’attenzione alle liste di attesa, in particolare per i pazienti oncologici, era e continuerà ad essere azione prioritaria di questa direzione …”.

E per dimostrare la sua buona volontà la Asl precisa che: “La direzione aziendale ha di recente rivolto particolare attenzione sul versante della radiologia e delle grandi macchine, intervenendo celermente nell’acquisto di due Tac, per l’ospedale di Copertino e Galatina e ha programmato, pianificato ed ottenuto dalla Regione l’autorizzazione per acquisire, attrezzature per il potenziamento del territorio, con particolare riguardo a mammografi, ecografi, densitometri ossei”.

Ora signori miei … facciamo due conti nelle tasche della “nostra” Asl …

Le Tac ci sono, sono dodici e disseminate tra Lecce e provincia (anche se qualcuna – spesso e volentieri – si guasta).

Va peggio sul fronte del personale. Da una ricognizione  – effettuata recentemente dalla Cisl – la carenza di organico è pesante. Nel reparto di radiodiagnostica dell’ospedale del capoluogo salentino, a fronte di 45 tecnici previsti in pianta organica ce ne sono in servizio solo 31.

Dopo questa breve dissertazione in cui sono stati dati “i numeri”, vorrei lasciarvi con due considerazioni a voce alta …

Da tutto ciò si può ben dedurre che la coperta viene tirata un po’ da una parte, un po’ dall’altra, ma alla fine i dipendenti sono quelli e non si possono clonare.

La Tac negata ai pazienti oncologici, è una fotografia drammatica di quanto la cattiva gestione del sistema infici sul diritto alla salute del cittadino pugliese.

Chi ricopre ruoli di responsabilità ha il dovere di spiegare ai malati e ai cittadini perché non si interviene su problemi delicati come questi.

Ci vorrebbero manager che lasciassero i titoli sulla scrivania e scendessero nelle corsie e negli ambulatori e da lì – conoscendo le strutture e i bisogni dei pazienti – organizzassero il loro lavoro per una sanità a misura delle persone.

Dimenticavo, ma questa … è un’altra storia …

 

Scriveteci a: [email protected]

 

Scupola Giovanni Maria

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