Ormai è scontro aperto tra la direzione della Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo (Foggia) e le rappresentanze sindacali dei lavoratori. Queste ultime contestano apertamente la decisione con cui la governance dell’ospedale di San Pio avrebbe deciso unilateralmente di modificare il Ccnl della sanità pubblica, peraltro appena sottoscritto, trasformandolo in Ccnl della sanità privata, scaduto nel 2018 e non ancora rinnovato. Inoltre hanno annunciato l’intenzione di procedere con i decreti ingiuntivi per ottenere arretrati e premi di produzione non corrisposti.
Dal canto suo il direttore generale Gino Gumirato ha spiegato attrraverso una nota che la Fondazione Casa Sollievo della Sofferenza, pur offrendo un servizio pubblico sulla base di fondi del Servizio sanitario regionale, non otterrebbe mai finanziamenti aggiuntivi rispetto alle tariffe già previste per il pagamento delle prestazioni. Secondo il manager veneto, chiamato dal Vaticano a risollevare le sorti dell’Irccs, la situazione di sofferenza finanziaria non sarebbe quindi dovuta solo alle responsabilità delle governance precedenti.
Per sbloccare lo stallo i sindacati Fp Cgil, Fp Cisl, Uil Fpl e Fials, nell’incontro del 26 novembre scorso, hanno maturato la decisione di avviare azioni giudiziarie e contestualmente proclamare lo stato di agitazione per i lavoratori dell’ente. Una battaglia a cui si sono uniti anche i sindacati infermieristici Nursing Up e Nursind. Quest’ultimo, nella persona del segretario provinciale Giuseppe Giampietro, ha inoltre chiesto un incontro di conciliazione e raffreddamento al prefetto di Foggia.
In caso di mancato accordo, Nursing Up e Nursind si dicono pronti allo sciopero: “La decisione è l’epilogo di mesi di trattative infruttuose e fa seguito alla comunicazione unilaterale dell’azienda di disdire il Contratto collettivo nazionale di lavoro sanità comparto pubblico. A partire dal 1° marzo 2026 l’amministrazione intende applicare il meno favorevole Ccnl Aioparis (8/10/2020), prospettando un inevitabile peggioramento delle condizioni economiche e normative per tutti i professionisti sanitari”.
E ancora: “La disdetta del contratto rappresenta il culmine di una serie di dinieghi da parte della dirigenza aziendale, che nonostante le continue e legittime richieste sindacali ha omesso di procedere alla selezione per i differenziali economici di professionalità, un diritto contrattuale previsto dal Ccnl per il personale di comparto. È stata negata la richiesta di adeguare il fondo premialità secondo le previsioni dell’ultimo Ccnl Sanità (27/10/2025). L’azienda ha comunicato l’impossibilità di sostenere gli oneri derivanti dall’adeguamento al Ccnl 2022/2024, sia per la parte tabellare che per gli arretrati, giustificando la scelta con la mancanza di incremento di entrate”.
Sempre Nursing Up e Nursind: “In un momento in cui il Governo e le istituzioni regionali stanno finalmente indirizzando risorse e attenzione verso il miglioramento delle condizioni di lavoro del personale sanitario (un sistema ‘malato cronico’), la scelta dell’ospedale di San Pio rappresenta una drammatica inversione di tendenza. Siamo profondamente amareggiati di fronte a questa miopia aziendale. È un tradimento della dedizione dei lavoratori. Invece di valorizzare chi garantisce l’eccellenza, si prospetta un taglio diretto agli stipendi (quelli per i prossimi mesi sono stati scongiurati da Gumirato). Questo è inaccettabile, specialmente nell’anno in cui ci si appresta a celebrare il 70esimo anniversario della Fondazione”.
Concludono i due sindacati: “Il malessere tra il personale è al culmine. L’amministrazione ci sta costringendo a una mobilitazione totale. Ribadiamo la nostra assoluta contrarietà a questa disdetta e siamo pronti a intraprendere tutte le forme di lotta consentite e le necessarie azioni legali per difendere i diritti acquisiti dei professionisti di Casa Sollievo della Sofferenza”.
Redazione Nurse Times
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