Il ministero della Salute ha trasmesso ufficialmente alla Conferenza unificata Stato-Regioni il nuovo Piano di azione nazionale per la salute mentale – Pansm 2025-2030 (vedi il testo allegato), redatto dal Tavolo tecnico nazionale, che propone un approccio integrato, multidisciplinare e centrato sulla persona, con l’obiettivo di rafforzare i servizi, superare frammentazioni e garantire percorsi accessibili, personalizzati e orientati al benessere psicologico.
Il Piano “vuole essere un documento incisivo per la promozione di azioni a favore del miglioramento e del trattamento della salute mentale. Un documento strategico e operativo il cui scopo è promuovere interventi efficaci a favore della salute mentale che dovranno essere recepiti e messi in atto dalle Regioni, titolari della organizzazione sanitaria”, scrivono Alberto Siracusano, coordinatore del Tavolo tecnico, e Giuseppe Nicolò, coordinatore vicario.
Tanti gli aspetti innovativi affrontati nel nuovo Piano. Partendo da una premessa: i dati 2023 dal Sistema informativo per la salute mentale del ministero, si legge nel documento, “sono particolarmente allarmanti e testimoniano un grande divario tra domanda, bisogni e offerta: si sono ridotte rispetto al 2020 le strutture per l’assistenza psichiatrica sul territorio, anche se gli utenti in carico ai servizi sono tornati ai livelli pre-pandemia”.
E ancora: “Si osserva un netto calo delle dotazioni di personale e delle risorse disponibili, e la conseguente riduzione delle prestazioni erogate agli assistiti rispetto ai livelli precedenti alla pandemia. In parallelo, l’incidenza dei nuovi utenti per anno continua a scendere, e diminuisce di circa due punti dal 2022, suggerendo che molte persone con sofferenza mentale si rivolgono a circuiti esterni di cura o rinunciano a curarsi”.
Un quadro allarmante, insomma, a fronte del quale il Piano 2025-2030 prevede sei capitoli di azione. Particolare attenzione, ad esempio, è dedicata alla salute mentale perinatale e per la presa in carico delle delle donne con disturbo mentale, depressione e ansia nel periodo perinatale e dopo il parto. “È urgente – si legge nel testo – la definizione di percorsi integrati che supportino il benessere psicologico e la salute mentale della donna durante il percorso nascita”. A tal fine si prevede anche uno screening applicato dal primo trimestre di gravidanza per l’identificazione del rischio e la diagnosi precoce del disturbo dell’umore.
Sotto la lente d’ingrandimento anche giovani e adolescenti. Il Piano evidenzia il “significativo anticipo dell’età di insorgenza dei disturbi mentali gravi e dell’aumento della loro complessità, della gravità del fenomeno della sotto diagnosi e di conseguenza il ritardo negli interventi di cura”. Sono dunque previste equipe di professionisti “di transizione” per favorire una “adeguata continuità di cure nell’età di transizione tra minore e maggiore età”.
E poi si affronta il tema della salute mentale per le persone detenute e autrici di reato in misura di sicurezza, individuando percorsi assistenziali specifici. Si prevede inoltre la figura del referente forense con funzione di collegamento con gli psichiatri del carcere e con la magistratura.
Un capitolo è dedicato poi a “Risk Management e sicurezza” e si evidenzia la competenza delle forze dell’ordine. In presenza di un soggetto che “sta compiendo atti di violenza – si legge – è compito dell’operatore di polizia provvedere alla prevenzione/repressione del reato con una proporzionata azione di contenimento per garantire le condizioni di sicurezza, anche se il soggetto violento sia affetto da alterazioni delle facoltà mentali”.
Il Piano pone inoltre l’attenzione sulla necessità di una maggiore integrazione socio-sanitaria, promuovendo il modello organizzativo del “Budget di salute”, anche in collaborazione con il terzo settore, sviluppando il supporto all’abitare e i percorsi di inclusione lavorativa.
ALLEGATO: Piano di azione nazionale per la salute mentale – Pansm 2025-2030
Redazione Nurse Times
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