Introduzione di Giuseppe Papagni
Il nursing narrativo è il protagonista di questo romanzo sapientemente scritto da Alessio Biondino, infermiere dotato di grande sensibilità ed impegnato professionalmente nell’assistenza dei pazienti complessi a domicilio (ADI).
“Buonanotte, madame” è un romanzo piacevole da leggere, tratto dall’esperienza professionale del collega, un grande professionista che trasmette al lettore tutta la passione per l’infermieristica; una professione che scatena emozioni forti, sentimenti che Alessio riporta abilmente nel suo romanzo… sarete trasportati da un piacevolissimo racconto, paragonabile al piacere della brezza primaverile che in questo scorcio di stagione accarezza i nostri visi.
Un libro da leggere tutto d’un fiato…consigliato ai nostri lettori.
Ad Alessio tutta la mia stima per la sua grande professionalità, la sua immensa tenacia e il suo impegno totale per i pazienti affetti da gravissime patologie invalidanti, che lottano contro burocrazia e sistema sanitario per vedersi riconosciuto il loro diritto alla salute e ricevere la giusta assistenza sanitaria domiciliare.
‘Buonanotte, madame’…di Alessio Biondino
Rosa è una signora di 64 anni malata di SLA, Sclerosi Laterale Amiotrofica. Dopo una lunga degenza ospedaliera, arriva finalmente il giorno in cui lei ed i presidi necessari alla sua complessa sopravvivenza (è stata da poco tracheostomizzata, connessa ad un respiratore meccanico ed è anche nutrita artificialmente) vengono trasportati a domicilio dove ad attenderla trova Renato, l’anziano marito, ed Alessio, uno degli infermieri incaricati di assisterla con turni di 12 ore al giorno.
Dopo essersi conosciuti e dopo un fisiologico periodo di adattamento, Alessio e ‘madame’ Rosa costruiscono un’efficiente relazione d’aiuto ma soprattutto un rapporto umano complice, divertente, solido… unico.
Lei è una donna forte, capricciosa, ostinata, molto femminile, con un’incontenibile voglia di vivere, di comandare e di resistere. Lui è un infermiere un po’ atipico, che produce metafore a non finire e che fa dell’umorismo una parte fondamentale del suo modo di aiutare.
Alessio e Rosa vivono insieme momenti difficili, bui. Affrontano situazioni d’urgenza, intoppi meccanici, problemi apparentemente insormontabili, paure e periodi di depressione. Ma raggiungono anche obiettivi all’inizio impensabili, facendo sì che Rosa riconquisti alcune ‘terre perdute’ come qualche bella fetta di autonomia, di benessere, di autorità e di ‘leadership’ all’interno della sua famiglia (a discapito di quel santo del marito); e, soprattutto, Alessio e Rosa stanno sempre a ridere. Piangono dal ridere. Nonostante la patologia evolva. Nonostante ci sia bisogno di più ore di assistenza, ma non ci siano i fondi necessari per erogargliele. E nonostante anche le relazioni d’aiuto più lunghe, siano inevitabilmente destinate a finire…
https://www.youtube.com/watch?v=Q72Kp9M2CRA
https://www.youtube.com/watch?v=iKpFhkJaCLI
‘Buonanotte, madame’ è una parte importante di me. È un periodo importante della mia vita, che mi ha fatto crescere molto a livello umano e professionale. È ispirato alla mia reale esperienza di infermiere domiciliare a contatto con malati di Sclerosi Laterale Amiotrofica, ma soprattutto è ispirato a lei… ‘madame’ Rosa. Tra i suoi obiettivi c’è quello di accendere un faro sulla vita dei tanti malati gravi ‘parcheggiati’ a domicilio senza un’assistenza socio-sanitaria adeguata e sulle condizioni lavorative dei professionisti impegnati nell’assistenza territoriale; ennesima realtà poco funzionante di una Sanità sempre più in crisi.
A volte mi viene chiesto da dove arriva ‘l’idea’ di scrivere. Ma non capisco mai la domanda: per me scrivere non è un’idea… bensì un modo per comunicare, per informare… per raccontare. Altre volte mi è stato detto con stupore: “Un infermiere che scrive?!”.
È già… anche gli infermieri scrivono. Perché la professione infermieristica è anche, se non soprattutto, una professione intellettuale. In pochi, però, lo sanno. Tornando a me… Scrivere è il modo migliore che conosco per esprimere e descrivere pensieri ed emozioni.
E’ qualcosa attraverso cui posso far immaginare, riflettere, emozionare, arrabbiare, sorridere, ridere e piangere. E’ per me la maniera ideale per raccontare la mia professione e la mia visione dell’assistenza. E’ il mezzo più bello che conosco per divulgare avvenimenti, esperienze o come nel caso del mio romanzo…
La storia di una relazione d’aiuto singolare, efficiente e di ferro tra una paziente affetta da una terribile patologia neurodegenerativa (la SLA) e l’infermiere che la assiste per diverse ore al giorno.
E’ forse anche il modo più efficace per comunicare con i tanti colleghi che, come me, vorrebbero riafferrare con forza il proprio ruolo e portarlo finalmente in alto. Per contribuire all’evoluzione della nostra professione ed alla rinascita di quello che era uno dei sistemi sanitari migliori al mondo. Il nostro Servizio Sanitario Nazionale.
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