La vita ordinaria è una ricerca continua di quello che per un individuo è il locus amoenus. La ricerca stessa è un continuo travaglio di pro e contro, di rischi a cui inevitabilmente si può incorrere. E se i rischi si sviluppano in quella che è la vita di tutti i giorni, basti pensare quanti rischi ruotano attorno alla vita lavorativa, in particolare all’ambito sanitario.
“Ovunque cure mediche vengano dispensate, il paziente corre il rischio di essere vittima di un danno in conseguenza involontaria di quelle stesse cure (T., 2000)”.
Il rischio clinico, il pericolo che incorre su un paziente, può in qualche modo essere gestito.
“Human Factor” inizia cosi il IV Convegno presentato dall’attuale Ulss3 Serenissima al Padiglione dell’Ospedale dell’Angelo a Venezia.
Tale Convegno ha messo subito in evidenza il tema della sicurezza sanitaria legata a tutte le sfumature di errore.
Il filo conduttore che ha unito i vari interventi dei membri presenti sono stati tre concetti chiave: Persona, Relazione, Comunicazione.
La società considera oggigiorno gli operatori sanitari come elementi infallibili del sistema dimenticando, però, che anch’essi sono esseri umani: gli esseri umani sono esseri imperfetti ed in quanto tali è imperfetta anche la scienza che loro applicano. Partendo da questo elemento noto, è possibile applicare nuove tecniche comportamentali e formative volte ad una vera e propria rivoluzione culturale, evitando di cercare di spersonalizzare ed automatizzare il sistema alla ricerca di evitare l’errore.
Molto spesso le azioni legali intraprese dai pazienti fanno seguito ad una errata comunicazione o ad un’assenza di relazione empatica da parte dell’operatore sanitario. Ecco che le “NON TECHNICAL SKILLS” assumono una connotazione fondamentale per aumentare la soddisfazione del paziente (bisogno di informazioni), nell’abbattimento dei costi (azioni legali, medicina difensiva) e nello snellimento dei processi aziendali (carichi di lavoro, riduzione delle liste di attesa).
L’uso corretto dei supporti informativi (consenso informato, cartella sanitaria) e di abilità comportamentali non tecniche (comunicazione efficace, teamwork, leadership) possono ridurre di molto le possibilità che si generi un evento avverso.
Viene fatto notare che l’utilizzo dei protocolli aziendali (frutto di pure logiche economiche spesso mirate all’abbattimento dei costi) in sede di giudizio possono non essere strumenti di tutela per l’operatore sanitario in quanto in sede giudiziale vengono prese in considerazione le linee guida e le evidenze scientifiche certificate da comitati scientifici. La best practice, infatti, ne tiene considerazione.
Ulteriori spunti per adottare strategie vincenti, vengono forniti da parte di due interventi esterni al mondo sanitario, ossia quello sportivo e quello aeronautico.
Walter De Raffaele Head, Coach Reyer Venezia (squadra di basket di serie A) focalizza l’attenzione su tre aspetti principali per la prevenzione dell’errore: la specificità/unicità del singolo atleta, la comunicazione verso la squadra e nella squadra stessa, la preparazione.
Di nuovo viene messa in evidenza come l’unicità del singolo individuo, con i propri punti di forza e di debolezza, sia di fondamentale importanza per la programmazione di un allenamento tagliato su misura dell’atleta ed il suo specifico collocamento all’interno della squadra per arrivare ad un obiettivo comune.
La comunicazione all’interno della squadra assume ruolo centrale, non solo durante la partita per la trasmissione della strategia di gioco, ma pure nel post per analizzare gli errori commessi.
Una comunicazione critica, oggettiva, priva di colpevolizzazione del singolo permette di poter sviluppare successivamente protocolli di allenamento, strategie e tattiche di gioco perfezionate, ed ecco che l’errore diviene evento propositivo al miglioramento della squadra e funzionale al “bene” collettivo.
Altro spunto viene dato dalla preparazione alla partita. Aldilà dell’allenamento ripetuto del singolo gesto atletico, molta attenzione viene data all’analisi preventiva della squadra avversaria in modo da avere non solo una preparazione fisica, ma pure una preparazione mentale verso le criticità che potrebbero verificarsi ed alla diminuzione dello stress intra-match, il tutto grazie a dei video registrati e a delle statistiche (scouting) dei singoli avversari.
Dal mondo dell’aeronautica, il Com.te Favero, pilota di una nota compagnia aerea, puntualizza, invece, sulla vitale importanza della Check List ed in particolare sul Sign out, intesi come particolari tecniche di prevenzione delle criticità ed indica come la cultura dell’errore non sia limitata solamente alla tecnica/dispositivo o all’operatore, ma che viene estesa a tutta l’azienda diventando vera e propria policy aziendale (trasmettendo al vertice ogni errore, anche il più banale). Sistemi di doppio controllo, come la torre di controllo, o il più vicino co-pilota vengono visti come strumenti essenziali alla buona riuscita del volo e non di certo vissuti come elementi di disturbo.
Si segnala a tutti gli operatori sanitari che la FNOMCeO attraverso una convenzione con la EBSCO Information Services di Boston, principale fornitore mondiale di banche dati di letteratura scientifica, mette a disposizione dell’operatore un vero e proprio accesso diretto al “how to” della buona pratica.
Allo stato dell’arte emerge in modo preponderante come la formazione di base delle varie figure in gioco debba essere integrata con percorsi specifici che lavorino in tal senso.
Adottare tecniche addestrative come lo Stress inoculation training di uso militare, comunemente impiegato nella medicina tattica da combattimento e spesso usato in addestramento nella medicina di emergenza, opportunamente adattato, potrebbe risultare un valido strumento.
Luca Panizza
Lascia un commento