Di seguito un comunicato stampa dell’Unione Sindacale di Base (USB).
Alla fine l’opposizione del Nursing Up al Ccnl che fa perdere alle lavoratrici e ai lavoratori della sanità il 10% del potere d’acquisto dei propri salari si rivela per quello che è sempre stata: una tattica finalizzata a scippare il consenso alle Rsu.
Cisl, Fials, Nursind e Nursing Up dovranno ora spiegare agli oltre 500mila lavoratori del settore, umiliati dell’ennesimo contratto a perdere, perché dovrebbero rimanere a lavorare nella sanità pubblica: tra salari da fame, carichi di lavoro insopportabili e continue aggressioni da parte di un’utenza, che non sa più a che santo votarsi per vedere riconosciuto il proprio diritto alle cure.
In un solo colpo si sono resi responsabili di quello che si preannuncia come un inesorabile svuotamento della sanità pubblica italiana, con buona pace di milioni di cittadini in lista d’attesa. Il tutto reso ancor più paradossale dal continuo e folle aumento delle spese militari. A dimostrare, se ce ne fosse ancora bisogno, che i soldi ci sono, ma il Governo, con la complicità di questi sedicenti sindacati, non intende investirli nello stato sociale, e quindi nella sanità, ma nella guerra.
Di questi sindacati, sempre pronti a svendere salario e diritti, non solo bisogna diffidare, ma togliere loro ogni base di consenso, per non rendersi complici dello smantellamento di un bene comune fondamentale come la sanità pubblica.
E se sul fronte salariale neppure una briciola è stata aggiunta dall’inizio della trattativa, le “conquiste normative” a costo zero di cui vaneggiano i firmatari sono solo fuffa. A partire dalla possibilità dell’esonero dai turni per gli over 60, resa nella realtà impraticabile da un’ulteriore diminuzione sostanziale dello stipendio legata all’assenza delle indennità di turno.
Una brutta pagina sindacale quella di oggi, non solo per l’ennesima riduzione dei salari reali a fronte di un costo della vita galoppante, ma anche per la vergogna di aver utilizzato i lavoratori e le lavoratrici della sanità per meri fini di consenso elettorale.
Noi continueremo a batterci per salari e condizioni di lavoro dignitosi e contrasteremo questi furbetti del quartierino in ogni azienda sanitaria e in ogni trattativa, grazie alle centinaia di Rsu che ancora non intendono abbassare la testa.
Lo sciopero generale del 20 giugno, proclamato per rivendicare investimenti nello stato sociale e non nel riarmo e nella guerra, è solo la prima occasione in ordine di tempo, dopo la firma di questo scempio che desertificherà la sanità pubblica, per rivendicare il ruolo e la funzione del personale sanitario a difesa della pace e dello stato sociale.
Redazione Nurse Times
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