Mascotte, questo il nome dello strumento, è entrato in funzione nel reparto di Oncoematologia pediatrica dell’Ospedale Infermi di Rimini. Trasforma un medico in cartoon per fornire informazioni sulla malattia ai piccoli pazienti e ai loro famigliari.
È entrata in funzione nel reparto di Oncoematologia pediatrica dell’Ospedale Infermi di Rimini una app per smartphone con finalità divulgative che permette ai giovani pazienti di comprendere dettagli della propria malattia e il percorso di cura, aiutando i famigliari a restare aggiornati su quanto sta accadendo al paziente.
Il nome dello strumento è Mascotte, acronimo che sta per “Medical app a sostegno della cura oncoematologica e delle terapie”. Lo studio è stato realizzato grazie a una collaborazione tra l’Istituto Oncologico Romagnolo e il reparto di Oncoematologia pediatrica dell’Ospedale Infermi di Rimini guidato dalla dottoressa Roberta Pericoli.
La stessa dottoressa, grazie all’app, si trasforma in una sorta di cartone animato di nome Dotta, che in maniera semplice e chiara spiega ai pazienti cosa significa avere una malattia oncoematologica, come funziona una Tac, cosa succede all’interno della sala operatoria e quali sono gli effetti, desiderati o meno, di un ciclo di chemioterapia.
L’idea è della psicologa Samanta Nucci e dall’equipe che segue i pazienti dell’Unità operativa di Rimini. “Il circolo virtuoso che si innesca per merito di questo progetto – spiega Nucci – investe non solo il paziente, che avendo una miglior consapevolezza di ciò che gli sta accadendo avrà anche minore ansia e preoccupazione, ma anche la famiglia e lo staff che somministra le cure, che potrà spiegare per filo e per segno ciò che sta accadendo al ragazzo”.
L’app è stata sviluppata da AI4Health e con il sostegno economico del Rotary Club Riccione-Cattolica. “È stata riconosciuta l’importanza della comunicazione attraverso un metodo così immediato – rileva Pericoli -: una figurina che compare all’interno del telefono e che spiega situazioni complicate da comprendere con un linguaggio che evidentemente è arrivato a colpire chi l’ha ascoltato”.
Redazione Nurse Times
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