Sono 28 gli operatori socio-sanitari (oss) che, dopo essere stati assunti a tempo determinato durante l’emergenza Covid e aver lavorato in vari ospedali del territorio metropolitano di Reggio Calabria (Gioia Tauro, Polistena, Locri e lo stesso capoluogo), sono rimasti a casa perché il loro contratto è scaduto il 30 giugno e non è stato rinnovato. Niente stabilizzazione per loro, che pure hanno combattuto in prima line acontro la pandemia.
Una di questi 28 oss, Carla Ciccarelli, racconta a Reggio Today: “Sono stata assunta il 14 novembre 2019. Facevo turni massacranti, anche di notte e nei festivi, da sola, anche con 20 pazienti da seguire, e adesso mi hanno mandato a casa. In questi anni mi hanno sempre rinnovato il contratto, di tre mesi in tre mesi. Solo una volta ho avuto un contratto a sei mesi e ho lavorato nei reparti di degenza (dapprima Covid, poi riconvertiti in reparti ordinari) per garantire l’erogazione e il mantenimento delle prestazioni assistenziali territoriali”.
Prosegue l’oss: “Quello che fa più rabbia è che neanche ci hanno avvertito. Nessuno ci ha detto nulla. Io e i mei colleghi, non vedendo così arrivare il rinnovo del contratto, siamo andati a incontrare la direttrice generale dell’Azienda sanitaria provinciale, Lucia Di Furia. Ci ha ricevuto e ci ha detto con estrema franchezza che per il momento non ci sarà nulla da fare. Nessuna stabilizzazione e nessun concorso”.
E ancora: “Per soddisfare le esigenze di personale, infatti, hanno attinto dalla graduatoria di Cosenza. Il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, nella qualità di commissario ad acta per l’attuazione del Piano di rientro dal disavanzo del settore sanitario calabrese, ha fatto predisporre un decreto per le assunzioni urgenti attraverso lo scorrimento, fino a esaurimento, della graduatoria dell’Azienda ospedaliera di Cosenza”.
Sempre Ciccarelli: “C’è da dire che hanno chiamato gli idonei a sostituirci perché i vincitori di questa graduatoria era stato già chiamati. Poi la graduatoria è stata bloccata per il Covid e riaperta. La graduatoria scadeva nel 2023 e hanno fatto la proroga di un anno, dove avrebbero potuto far partecipare anche noi. Invece non ci hanno proprio considerato”.
Quindi l’amara considerazione: “C’è stato un tempo in cui noi oss, così come gli infermieri, eravamo considerati eroi. Invece adesso possiamo essere dimenticati. Ci domandiamo che valore sia attribuito al nostro coraggio, se il futuro lavorativo è incerto? Cosa rimane della nostra fatica, del sudore, dei pianti misti a sorrisi dietro le mascherine di protezione? Quasi nulla. Le istituzioni non riescono a delineare una situazione chiara in merito al nostro futuro e stanno procedendo col piano assunzioni, frutto di graduatorie vigenti in esaurimento. Ad oggi, quindi, che ne sarà di noi?”.
Ciccarelli, insieme ai colleghi Marilena Gazzana, Domenica Libro, Valentina Malagreca, Vincenzo Lo Giudice, Serena Scarcella, Cecilia Sgrò, Francesco Russo, Giovanna Libri e Antonio Cormaci, promette comunque battaglia: “Adesso ci muoveremo, anche con i sindacati, per far sentire la nostra voce. Non ci arrenderemo. Vogliamo continuare a lavorare. Io sono di Reggio Calabria e tutti i giorni andavo all’ospedale di Gioia Tauro, dove lavoravo per sette ore. Voglio continuare a lavorare.
Conclude l’oss: “Possibile che non possa valere il diritto alla stabilizzazione relativa al personale a tempo determinato fllessibile, in possesso dei requisiti previsti per stabilizzazione ai sensi dell’art. 1, comma 268, della Legge 30 Dicembre 2021, come modificato dal D.I. 198/2022, convertito alla Legge 24 Febbraio 2023 n° 14? Gli eroi vanno aiutati e sostenuti”.
Redazione Nurse Times
Fonte: Reggio Today
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