Il reflusso gastroesofageo è una condizione clinica multifattoriale largamente diffusa, causata da un malfunzionamento dello sfintere esofageo inferiore. Determina un’anomala risalita di materiale acido proveniente dallo stomaco, le cui conseguenze sono: rigurgito; pirosi; dolore in sede retro-sternale; cattivo sapore in bocca, accompagnato da una salivazione abbondante.
La prevalenza del disturbo non differisce tra i due sessi e, sebbene la probabilità di soffrire di reflusso aumenti con l’età (in particolar modo il picco di incidenza della patologia si registra intorno ai 35-45 anni), è in crescita anche tra i più giovani, principalmente a causa di abitudini alimentari e stili di vita scorretti. In Italia una persona su tre ne lamenta i caratteristici sintomi. Le complicanze clinicamente più rilevanti, tra cui ulcere ed esofagiti, si verificano solo raramente nei giovani, più frequentemente nella terza e quarta età.
Sintomi – Il reflusso gastroesofageo si considera naturale durante e subito dopo i pasti. Episodi frequenti, di lunga durata o accompagnati da secrezioni gastriche eccessivamente acide, possono invece causare lo sviluppo dei caratteristici sintomi, che elenchiamo di seguito.
- Rigurgito acido: in caso di malfunzionamento dello sfintere esofageo inferiore, si determina l’anomala e involontaria risalita di materiale presente nello stomaco lungo l’esofago (talvolta fino alla gola) con comparsa ulteriore di cattivo sapore in bocca e salivazione abbondante.
- Bruciore gastrico: si manifesta quando la mucosa dello stomaco priva di un’adeguata barriera di muco protettivo entra a contatto con il contenuto gastrico eccessivamente acido; la sensazione di bruciore retrosternale che si irradia fino al collo è spesso accompagnato da dolore intenso.
- Esofagite da reflusso: si ha quando i succhi gastrici eccessivamente acidi entrano a contatto con la mucosa esofagea provocando un’infiammazione (a decorso acuto o cronico) con conseguente comparsa di bruciore.
- Ulcere: in casi limite, i contenuti gastro-lesivi possono determinare la perforazione della mucosa con conseguente comparsa di ulcere e sanguinamento.
- Stenosi: una delle condizioni cliniche più gravi in cui le pareti esofagee sostituite da tessuto fibroso diventando non distendibili, con conseguente restringimento del lume.
- Rischio di complicanze a lungo termine: L’esofago di Barrett che provoca un cambiamento della mucosa esofagea in senso metaplasico rappresenta la condizione clinicamente più rilevante; alterazioni croniche (non reversibili) sono responsabili di uno stadio precanceroso.
Cause – Le cause responsabili dell’insorgenza del reflusso gastro-esofageo sono principalmente ascrivibili a stili di vita e abitudini alimentari scorretti (assunzione di alimenti grassi e fritti, coricarsi dopo aver consumato pasti abbondanti, uso eccessivo di bevande alcooliche) a situazioni di stress emotivo particolarmente intenso, all’ assunzione di alcuni farmaci (antidolorifici, antistaminici, calcio-antagonisti e altri).
Giocano un ruolo chiave anche fattori anatomici (chiusura incompleta dello sfintere esofageo, ernia iatale), funzionali (secrezione gastrica eccessiva, prolungato ristagno di cibo nello stomaco) e legati alla familiarità. A causa di un’eccessiva pressione gastrica e addominale, le persone obese e le donne in gravidanza rappresentano inoltre soggetti particolarmente vulnerabili.
Rimedi – Tra i molteplici rimedi naturali che aiutano a contrastare la fastidiosa sintomatologia in caso di reflusso, l’assunzione del gel di aloe vera protegge attivamente la mucosa gastrica. Possiede inoltre un’azione cicatrizzante, rivelandosi un ottimo alleato. Anche il decotto a base di semi di finocchio, (da preparare facendo bollire per 15 minuti circa un cucchiaino di semi per ogni tazza d’acqua) che possiede un effetto rilassante sulla muscolatura dello stomaco e un’azione antinfiammatoria, è un ottimo rimedio alleato contro il reflusso.
In caso di fastidio impellente, l’assunzione di un cucchiaino di bicarbonato o di radice di altea disciolti in un bicchiere d’acqua, leniscono momentaneamente i sintomi, apportando un sollievo immediato.
L’assunzione quotidiana di una manciata di mandorle crude è invece particolarmente utile per bilanciare il pH dello stomaco. Infine l’ aggiunta di un pizzico di curcuma nelle pietanze, è in grado di migliorare il funzionamento dell’apparto digerente.
Dieta e alimentazione – La prevenzione del reflusso gastroesofageo è principalmente ascrivibile all’adozione di uno stile di vita sano. Una corretta alimentazione può difatti ridurre significativamente la sintomatologia. I cibi da evitare sono: cibi grassi; insaccati; soffritti; superalcolici; formaggi stagionati; cacao; tè e caffè; agrumi; bibite gassate; pomodoro; menta.
Il fumo di sigaretta e l’obesità concorrono ad acuirne i sintomi e rappresentano fattori predisponenti importanti. Gli alimenti da privilegiare sono cibi sani e leggeri e cotti tramite metodi di cottura salutari. È fondamentale masticare lentamente, triturando bene il cibo per contrastare la risalita del contenuto gastrico nell’esofago.
Evitare di fare sforzi fisici intensi a stomaco pieno o di coricarsi subito dopo aver mangiato. È inoltre raccomandabile sollevare la testa di circa 15-20 cm (aiutandosi con uno o più cuscini) durante il riposo notturno per evitare che lo sfintere possa favorire la risalita del contenuto gastrico acido.
Benefici dell’attività fisica – La maggior parte della popolazione affetta da reflusso gastroesofageo e gastrite rinuncia all’attività fisica a causa di un’errata convinzione secondo la quale qualsiasi tipo di sport possa esacerbarne la sintomatologia. Praticare invece una regolare attività fisica quotidiana apporta innumerevoli benefici, anche a chi soffre di problemi di stomaco. Questo perché lo sport aumenta la motilità intestinale, allevia la sensazione di bruciore postprandiale e scioglie le tensioni nervose e muscolari, contrastando lo stress, uno dei fattori di rischio maggiormente implicati nell’insorgenza dei fastidiosi disturbi gastrici quali pirosi, iperacidità, gastrite e reflusso.
Sport da prediligere – L’importante è praticare sport con intelligenza e tenere a mente pochi ma preziosi accorgimenti (utili per non rischiare di ottenere l’effetto contrario), ascrivibili ad alcune semplici raccomandazioni, tra cui: evitare di allenarsi a stomaco pieno o semipieno, aspettare almeno due ore prima di praticare sport dopo aver mangiato, prediligere attività che non richiedano sforzi eccessivi in grado di aumentare la pressione endoaddominale (come per esempio accade nel sollevamento pesi), responsabile della risalita del cibo e dei succhi gastrici, con conseguente bruciore e dolore in sede retrosternale.
Da prediligere attività fisiche più soft, tra cui ginnastica, yoga, pilates, camminata, aerobica, o nuoto, in cui la respirazione profonda può aiutare a non aumentare la pressione addominale, favorendo al contempo lo svuotamento gastrico e una normalizzazione della produzione degli acidi con ricadute positive sullo stato di salute del nostro stomaco e sull’equilibrio psico-fisico.
Redazione Nurse Times
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