La lipodistrofia è una condizione in cui la cute di un soggetto risulta alterata in termini di organizzazione cellulare e profilo estetico
Essa si instaura a seguito di continui insulti al tessuto cutaneo ,che perpetuati nel tempo, o come a volte si verifica, cronicamente.
Un esempio sono i pazienti diabetici insulino-dipendenti. Nel paziente diabetico terapizzato con insulina le punture dei siti cutanei sono frequenti e quotidiane.
Per un assorbimento ottimale l’insulina deve essere iniettata nel tessuto sottocutaneo e non nel derma o nel muscolo, per cui la scelta della lunghezza dell’ago è cruciale.
La lunghezza degli aghi presenti nelle siringhe è maggiore di quello degli aghi per le penne e nella scelta tra siringhe e penne le persone con diabete preferiscono la penna, sebbene sia stato dimostrato che, utilizzando una corretta tecnica iniettiva, l’efficacia e la sicurezza dei due sistemi iniettivi siano paragonabili, consentendo un sovrapponibile controllo glicemico e rischio di complicanze.
Nei pazienti adulti la cute ha uno spessore medio di 2,23 mm nelle braccia, 1,87 nelle cosce, 2,15 nell’addome e 2,41 nei glutei.
In età pediatrica lo spessore della cute varia da 1,58 mm nel braccio del bambino ai 2,29 mm dei glutei di un adolescente
L’iniezione intramuscolare accidentale provoca frequentemente ipoglicemia.
L’uso di un ago 4 mm × 32G perpendicolare senza “pizzicotto” (soprattutto nei pazienti magri) riduce al minimo il rischio di iniezione intramuscolare, senza aumento del riflusso dell’insulina dal sito di iniezione.
L’uso del 4 mm × 32G è adatto a tutti i pazienti in terapia insulinica, compresi quelli obesi.
La rotazione delle sedi di iniezione su ampie superfici, il non riutilizzo dello stesso ago più volte, la tecnica del pizzicotto e l’angolazione dell’ago a 45° rispetto alla cute – se si utilizzano aghi di lunghezza superiore a 4 mm – sono fattori essenziali per evitare lesioni cutanee e garantire un assorbimento ottimale dell’insulina.
La scelta del dispositivo per la somministrazione di insulina, in particolare la lunghezza dell’ago, si rivela un fattore in grado di condizionare il corretto assorbimento del farmaco, sia che si utilizzi la penna che la siringa. Oggi nel nostro paese non sono in commercio siringhe per la somministrazione dell’insulina con aghi di lunghezza inferiore a 8mm ed il loro utilizzo aumenta il rischio di iniezioni intramuscolari se non vengono praticate con la corretta tecnica del pizzicotto e/o con angolazione dell’ago posto a 45° rispetto alla cute
Per tale motivo è da preferire l’utilizzo di penne con ago 4 mm × 32G per minimizzare il rischio di iniezione intramuscolare. Anche il diametro (G) e l’affilatura dell’ago sono fattori importanti per l’accettazione ed il gradimento dei pazienti.
Le iniezioni di insulina praticate con un ago 4 mm × 32Ge con opportuna affilatura causano minore dolore e disagio
Una delle più comuni complicanze nella terapia iniettiva con insulina è lo sviluppo di lipodistrofia : vari fattori causali vengono chiamati in causa, come traumi ripetuti da iniezioni fatte in zone molto circoscritte, riutilizzo dell’ago, alti dosaggi di insulina che agirebbero sul tessuto adiposo come fattore di crescita. Fra tutti i pazienti che riutilizzano l’ago il 70% sviluppa lipodistrofie.
Studi clinici consentono di affermare che non vi è alcuna differenza clinicamente rilevante nell’assorbimenti di insulina glargine se iniettata in addominale, in regione deltoidea o nella coscia. L’iniezione sottocutanea di glargine in regione deltoidea, nella coscia o in addome di volontari sani non ha determinato variazioni di assorbimento e biodisponibilità
Le indicazioni relative a detemir mostrano che questa preparazione insulinica può essere somministrata mediante iniezione sottocutanea nella parete addominale, nelle cosce, nella parte superiore delle braccia, nelle spalle o nelle natiche raccomandando ai soggetti trattati con insulina detemir di ruotare i siti di iniezione all’interno della stessa regione del corpo. Dati di farmacocinetica recenti, relativi a insulina degludec consentono di poter affermare che è possibile utilizzare indifferentemente tutti i siti di iniezione perché non vi sono differenze di assorbimento e biodisponibilità sitodipendenti.
CALABRESE Michele
Fonte:
www.aemmedi.it
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