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Quando il trasporto extraospedaliero può fare la differenza

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Quando il trasporto extraospedaliero può fare la differenza
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Si tratta di un momento importante nel continuum dell’assistenza sanitaria: richiede una gestione articolata e complessa, oltre a competenze specifiche.

In Italia il Servizio sanitario nazionale ha emanato da tempo decreti e leggi riguardanti il personale sanitario di pronto soccorso. Mediamente vi è una percentuale d’accesso al pronto soccorso, e dunque di attivazione del sistema d’urgenza-emergenza, del 14,7% per le strutture sanitarie pubbliche e per quelle private accreditate. Il trasporto di un paziente rappresenta un momento importante nel continuum dell’assistenza sanitaria, che richiede una gestione articolata e complessa, oltre a competenze specifiche. Esso può avvenire in condizione di urgenza e in condizione ordinaria programmabile.

Il trasporto sanitario in condizione di urgenza viene essenzialmente eseguito dal luogo dell’improvvisa insorgenza di una patologia o di un infortunio verso le strutture sanitarie di riferimento, e spesso presenta la classica tipologia del trasporto sanitario primario. Tale tipologia prevede, in alcuni casi, l’utilizzo di mezzi di trasporto aereo o di altri mezzi di intervento sanitario rapido alternativi alle autoambulanze, quali l’elicottero e le idroambulanze.

Il trasporto sanitario in condizione ordinaria programmabile di pazienti autonomi o che necessitano di assistenza si articola invece nelle seguenti tipologie: trasporto sanitario per diagnostica; trasporto sanitario per prestazioni non presenti nella struttura e/o ricovero in area a maggiore complessità assistenziale; trasporto per ricovero in area a minore complessità assistenziale; accesso per ricovero con ambulanza; dimissioni con ambulanza; trasporto sanitario per riabilitazione; trasporto sanitario per dialisi.

Tutte le tipologie di trasporto sono gravate da una serie di elementi che rappresentano potenziali fattori di rischio. In particolare:

  1. l’architettura della struttura sanitaria: la tipologia a padiglione, ad esempio, presente in numerose realtà ospedaliere, comporta un allungamento dei percorsi, incidendo sul timing del trasporto stesso;
  2. la presenza di personale sanitario non qualificato e/o non idoneo alla tipologia di trasporto;
  3. la scarsa o inadeguata comunicazione dal momento della presa in carico del paziente (dalla struttura sanitaria o mezzo di soccorso) e della struttura di destinazione;
  4. l’incompleta o mancante documentazione sanitaria che deve accompagnare il paziente in tutti i suoi trasferimenti;
  5. la disponibilità di idonei mezzi di trasporto: mancanza o carenza di ambulanze dotate di strumentazione e apparecchiature di rianimazione per il trasporto dei pazienti critici;
  6. la mancata stabilizzazione, prima del trasporto, dei parametri vitali del paziente, in particolare per i pazienti critici;
  7. il verificarsi di un’eventuale avaria meccanica del mezzo;
  8. il mancato coordinamento con il Sistema di emergenza territoriale 118, quale regolatore e garante dei trasporti secondari critici;
  9. il tempo di trasporto: il rischio di sviluppare complicazioni, in particolare nel trasporto verso aree di terapia intensiva, è direttamente proporzionale al tempo impiegato.

A tal proposito il ministero della Sanità, in particolare la direzione generale della programmazione sanitaria, dei livelli di assistenza e dei principi etici di sistema, ha pubblicato nel 2010 la Raccomandazione n. 11, che ha come obiettivo la prevenzione della morte o il grave danno conseguenti a un malfunzionamento del sistema di trasporto sanitario di pazienti in ambito ospedaliero ed extraospedaliero.

Per prevenire e mitigare i danni dovuti al malfunzionamento del sistema di trasporto devono essere prese in considerazione: la predisposizione e l’adozione di linee guida e/o di regolamenti per il trasporto in emergenza e di quello ordinario dei pazienti; la formazione e l’addestramento del personale addetto al trasporto di pazienti; l’idoneità; l’utilizzo in sicurezza e la manutenzione dei mezzi di trasporto; il sistema di comunicazione. La Raccomandazione è stata sottoposta a un processo di consultazione con le seguenti associazioni, società scientifiche e federazioni: ANMDO, CRI, FIASO, FISM, FNOMCeO, FNCO, IPASVI, SIAARTI, SIC, SIGO, SIMG, SIMEU, SIQuAS-VRQ, Società Italiana Sistemi 118 (SIS118).

Pasquale Fava

 

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