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Puglia, medici di base ottengono nuovo contratto integrativo da 83 milioni. Anelli (Fnomceo): “Strada alternativa alla dipendenza dalle Asl”

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Veneto, medici di base pagati un euro in più a paziente se...
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I medici di base pugliesi ottengono il nuovo contratto integrativo, dopo che il precedente, siglato a marzo 2024, era stato bocciato dalla Giunta regionale perché non adeguato all’accordo collettivo nazione. E lo useranno nella battaglia contro il progetto del Governo di trasformare i medici di famiglia in dipendenti, con un obbligo di 25 ore settimanali in studio e di visite domiciliari.

A sottoscrivere l’accordo con l’assessore alla Sanità, Raffaele Piemontese, sono stati i sindacati Fimmg, Smi, Snami e Fmt. Il testo, che ora dovrà passare in Giunta per la presa d’atto, prima di essere trasmesso alle Asl per l’avvio operativo, contiene solo poche novità rispetto al precedente. La principale è che le ore di assistenza infermieristica saranno assegnate prioritariamente ai medici, che al momento non ne usufruiscono. La dotazione finanziaria (83 milioni) è rimasta invariata, pur se spalmata anche su fonti non ricorrenti come il Pnrr, che finanzierà l’assistenza domiciliare.

Ma la Regione, su input del capo Dipartimento Salute, Vito Montanaro, ha chiesto di rendere “misurabili” gli effetti del nuovo contratto. In tale ottica a fine anno sarà lanciato un sondaggio anonimo tra i cittadini per verificare la qualità dell’assistenza.

Il contratto integrativo pugliese dovrebbe far partire le case di comunità negli ex ospedali dismessi, chiamate a ospitare anche gli studi dei medici di famiglia, aperti tutto il giorno e il sabato mattina. “La Puglia propone a livello nazionale un modello per la medicina generale non solo sostenibile, ma anche capace di far funzionare le case della comunità, che stentano a decollare sul territorio, ha commentato Antonio De Maria, segretario regionale Fimmg.

Più esplicito Filippo Anelli, presidente dell’Ordine dei medici di Bari, che guida anche la Federazione nazionale (Fnomceo): “Il nuovo contratto si inserisce nel dibattito nazionale sulla riforma della medicina generale, proponendo una strada alternativa alla dipendenza”. La riforma immaginata dal ministro Orazio Schillaci prevede che i medici di base diventino dipendenti delle Asl. Ipotesi osteggiata dai diretti interessati , anche perché significherebbe la fine della cassa previdenziale (Enpam).

Redazione Nurse Times

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