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Medici di famiglia, fa discutere la riforma ventilata dal ministro Schillaci

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Fa discutere, l’ipotesi ventilata dal ministro della Salute, Orazio Schillaci, per i medici di famiglia, che da liberi professionisti convenzionati col Servizio sanitario nazionale ne diverrebbero dipendenti, per lavorare sul territorio, nelle future case di comunità. In questo modo sarebbero il primo riferimento dei cittadini rispetto alle richieste di salute.

La novità dovrebbe interessare i nuovi medici di famiglia, mentre chi è già in attività continuerebbe con le attuali modalità negli studi, ma dovrà comunque mettere a disposizione della sanità territoriale, nelle strutture indicate dalle aziende sanitarie, un numero minimo di ore. La riforma, nelle intenzioni del ministro, permetterebbe di decongestionare gli ospedali, in particolare i pronto soccorso.

In Friuli Venezia Giulia, però, la proposta di Schillaci non convince affatto i sindacati di categoria. Stefano Vignando, presidente regionale dello Snami (Sindacato nazionale autonomo medici italiani), prevede forti complicazioni organizzative, ma soprattutto grossi problemi per i cittadini. A suo dire, col passaggio dei medici di famiglia alle case di comunità “si perderebbe la capillarità e forse anche il rapporto di fiducia col paziente, perno della professione”. 

Parla invece di forzatura inaccettabile Fernando Agrusti, segretario regionale della Fimmg (Federazione italiana medici di medicina generale). Per lui la proposta “arriva da chi non conosce il territorio, e senza un confronto con la categoria”.

“La medicina del territorio è sotto attacco, come se fosse responsabile di tutti i mali della sanità”, aggiunge Agrusti, ricordando che invece è stata l’unico presidio rimasto sempre aperto durante la pandemia e che il medico di famiglia, stando ai sondaggi, resta una delle poche figure ad alto indice di gradimento dei cittadini.

“In questo modo i costi per il pubblico e le fughe dalla professione non potranno che aumentare”, rimarcano Vignando e Agrusti, auspicando interventi dei sindacati a livello nazionale per un cambio di passo.

Redazione Nurse Times

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