Circa due milioni di italiani soffrono di psoriasi, patologia complessa, invalidante, con lesioni che interferiscono sulla vita personale e sociale: la psoriasi è una malattia infiammatoria cronica e recidivante della pelle fortemente impattante sulla qualità della vita, malattia che si presenta con prurito, secchezza e rossore cutaneo. Nel caso della psoriasi a placche, a essere interessata è almeno il dieci per cento della superficie cutanea, con conseguenze non solo estetiche ma il perdurare dello stato infiammatorio può contribuire all’insorgenza di malattie cardiovascolari, diabete, depressione e artrite psoriasica.
La prossima cura per questi pazienti pazienti potrebbe essere rappresentata dall’ixekizumab, anticorpo monoclonale già disponibile sul mercato statunitense e appena approvato dall’European Medical Agency (Ema). Per dare il via al suo commercio in Italia sarà necessario che si completi la contrattazione sul prezzo e sull’eventuale rimborsabilità tra l’azienda produttrice e l’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa).
Sono incoraggianti i risultati di tre studi di fase 3, pubblicati sul New England Journal of Medicine (VEDI) e discussi in questi giorni a Parigi, dove è in corso la quinta edizione del “Psoriasis Internazional Network”.
L’ottanta per cento dei pazienti arruolati – 3.736 da oltre cento centri in ventuno Paesi – con una psoriasi a placche di forma moderata o grave e trattati con ixekizumab (due iniezioni mensili) ha potuto osservare un’evidente regressione della malattia in appena dodici settimane di trattamento.
In seguito, il farmaco è stato somministrato ogni mese o ogni tre mesi. I risultati hanno premiato la scelta di garantire la terapia di mantenimento più di frequente. I benefici, assenti nel gruppo di controllo trattati con un placebo, sono stati osservati fino a un anno e due mesi dopo la sospensione della terapia.
“Si tratta di un risultato che fino a dieci anni fa sarebbe stato considerato impensabile. – afferma Kenneth Gordon, docente di dermatologia alla Feinberg School of Medicine di Chicago e prima firma della pubblicazione – Sulla base di questi risultati ci aspettiamo che otto pazienti su dieci avranno un tasso di risposta elevato all’ixekizumab e circa la metà di essi guariranno definitivamente dalla psoriasi”.
L’ixekizumab ha un’azione diretta nei confronti dell’interleuchina 17A, una citochina pro-infiammatoria rilasciata dai linfociti T helper che svolge un ruolo chiave nei meccanismi di insorgenza della psoriasi. Il legame tra il farmaco e la proteina s’è rivelato in grado di inibire l’anomala risposta autoimmune che è alla base della psoriasi.
“Ricordiamo ai lettori che stiano combattendo la battaglia contro la psoriasi che il sole apporta molti benefici” queste le indicazioni del professor Marcello Monti, responsabile dell’Unità Operativa di Dermatologia di Humanitas e docente di Dermatologia all’Università degli Studi di Milano.
“Generalmente, nel corso dell’estate, la psoriasi tende a migliorare sensibilmente o, addirittura, scomparire del tutto. Questo avviene in circa l’80% dei casi, mentre può capitare che alcune forme particolari tendano a peggiorare. Il sole agisce in diversi modi nei confronti della psoriasi: fa aumentare la sintesi di vitamina D che ha azione antipsoriasica, diminuisce la velocità di crescita delle cellule che è esagerata nella psoriasi e spegne l’infiammazione allontanando i linfociti. Probabilmente, inoltre, il sole agisce da antipsoriasico stimolando il cervello a liberare dei neurotrasmettitori, le endorfine, che aiutano il buonumore e diminuiscono, di conseguenza, la percezione dello stress. I raggi Ultravioletti (UV), ai quali si deve comunque in gran parte l’azione riducente antipsoriasica, hanno la controindicazione di essere un fattore di rischio importante per i tumori cutanei. Occorre pertanto non esagerare con l’esposizione, mantenendo un equilibrio tra costi e benefici. È bene ricordare che un’ustione solare, cioè un’eccessiva esposizione solare quando ancora non si è abbronzati, può “riattivare” la psoriasi. Questo vale anche per l’esposizione alle lampade UV”.
CINQUE CONSIGLI PRATICI
- non farsi prendere dalla “frenesia” di curarsi con il sole, mantenendo una certa prudenza nelle prime esposizioni, considerato anche che chi soffre di psoriasi non deve applicare le creme a protezione solare;
- iniziare l’esposizione al sole in primavera, in questa stagione infatti i raggi UV sono efficaci ed è più agevole stare esposti al sole perché l’aria è più fresca;
- i bagni di mare sono consigliati, per via dell’azione decapante (cioè che favorisce il distacco delle lamelle della psoriasi) dell’acqua salata;
- nel caso sia stata prescritta, ricordare di sospendere l’applicazione del catrame minerale, che è un foto sensibilizzante;
- non farsi condizionare dall’eventuale presenza di psoriasi residua ed esporsi liberamente, anche in presenza di altri.
Mina Cucinotta
Fonti
www.fondazioneveronesi.it
www.humanitasalute.it
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