La crisi nei pronto soccorso della Liguria ha raggiunto livelli drammatici: ogni infermiere è costretto a gestire fino a 25 pazienti contemporaneamente, con spazi e risorse insufficienti. Il capogruppo regionale del Movimento 5 Stelle, Stefano Giordano, accusa: “Situazione inaccettabile, servono interventi immediati per tutelare operatori e cittadini”.
Un sistema al collasso
Nei principali pronto soccorso genovesi – Villa Scassi, Galliera e San Martino – i numeri parlano chiaro. A Villa Scassi, al momento del sopralluogo, erano in cura 74 pazienti, di cui 10 codici rossi, con 32 persone ancora in attesa. Situazione simile al Galliera, con 72 pazienti in cura e 12 codici rossi, mentre al San Martino si è registrato il picco: 115 pazienti in trattamento, di cui ben 28 codici rossi.
L’afflusso superiore alla media non è l’unico problema. “Ogni infermiere deve gestire 22-25 pazienti, una condizione inaccettabile sia per il personale che per i pazienti stessi”, ha dichiarato Giordano. La carenza cronica di organico e l’insufficienza di barelle adeguate costringono a soluzioni di emergenza, come l’utilizzo della “camera calda” per accogliere i malati, una pratica definita “impropria e rischiosa” dal capogruppo M5S.
La risposta della Regione
L’assessore regionale alla Sanità, Massimo Nicolò, ha difeso l’attuale strategia, sottolineando l’importanza degli Influenza Point e delle Case di Comunità come strumenti per decongestionare i pronto soccorso. Dal 7 dicembre, gli Influenza Point della Liguria hanno registrato oltre 2.250 accessi, un dato che dimostra l’efficacia di questi servizi nel trattare i casi meno complessi.
Secondo Nicolò, è necessario educare i cittadini a utilizzare queste strutture per le situazioni non gravi, lasciando i pronto soccorso agli interventi ad alta complessità. Tuttavia, il picco influenzale e l’incidenza particolarmente alta in Liguria stanno mettendo a dura prova il sistema sanitario.
Le critiche del Movimento 5 Stelle
“Le festività natalizie coincidono quasi sempre con il picco influenzale: se non si pianifica con almeno due mesi di anticipo, gli ospedali rischiano il caos”, ha affermato Giordano. La sua denuncia è chiara: il mancato potenziamento del personale, l’assenza di strategie preventive e le condizioni di lavoro insostenibili per gli operatori sanitari rappresentano una grave falla nella gestione della sanità regionale.
Le proposte per il futuro
Giordano ha avanzato alcune proposte per evitare che situazioni simili si ripetano:
- Potenziare l’organico con contratti a tempo determinato nei periodi critici.
- Garantire spazi adeguati e sicuri nei reparti ospedalieri.
- Pianificare strategie preventive con largo anticipo rispetto ai picchi di accesso.
- Migliorare la distribuzione territoriale delle guardie mediche.
“La sanità di un Paese civile deve essere accessibile h 24, 7 giorni su 7, senza costringere i cittadini a soffrire per mancanza di risorse o organizzazione”, ha concluso Giordano, auspicando un cambio di rotta deciso da parte della Regione.
Redazione Nurse Times
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