Home Infermieri Normative Policy Statement. 118, Infermieri e Farmaci: Revolution
Normative

Policy Statement. 118, Infermieri e Farmaci: Revolution

Condividi
Protocolli infermieristici: "La cultura non si eredita, si conquista"
Condividi

 

118_0Dopo la polemica sollevata dai colleghi dell’emergenza sanitaria e la nota “I medici avrebbero redatto procedure e istruzioni operative per gli infermieri sulle ambulanze del 118 attribuendo al personale infermieristico compiti di diagnosi, prescrizione e somministrazione di farmaci soggetti a controllo del medico. Gli Ordini avrebbero avviato provvedimenti disciplinari e i sindacati presentato esposti” (www.quotidianosanita.it), in questi giorni una rivoluzione procedurale e manageriale l’intero sistema.

Approvato il 5 ed il 7 novembre scorso dai rispettivi Consigli Direttivi SIMEU (Società italiana Medicina d’Emergenza e Urgenza) e IRC (Italiana Resuscitation Council) il nuovo documento che definisce il trattamento farmacologico da parte degli infermieri nell’emergenza territoriale.

Si tratta di una “Policy Statement” una sorta di dichiarazione che definisce  il ruolo dell’infermiere nella gestione delle emergenze territoriali e le condizioni che rendono possibile la terapia farmacologica.

L’infermiere assume un ruolo strategico e funzionale nel Sistema di Emergenza Territoriale. In questo ambito, un ruolo strategico viene rivestito dal sistema di emergenza territoriale e, all’interno di questo, dalla figura infermieristica, che, nella gran parte dei casi, rappresenta il punto di collegamento per la maggior parte delle postazioni, in costante riferimento con la componente medica, considerato l’attuale contesto organizzativo articolato a più livelli di complessità.

In particolare la somministrazione, da parte degli infermieri, di terapie, anche farmacologiche, secondo protocolli condivisi ed emanati ufficialmente dal Direttore della Centrale Operativa (concordati con il Responsabile Territoriale), si inquadra il processo finalizzato alla tempestività del trattamento e spesso risulta essenziale per la salvaguardia della vita e/o della salute dei pazienti.

I presupposti giuridici di dette procedure vanno ricercati nel Dpr 27 marzo 1992 “Atto di indirizzo e coordinamento alle regioni per la determinazione dei livelli essenziali di assistenza sanitaria di emergenza”, che, all’art.10 riporta quanto segue: ”il personale infermieristico professionale, nello svolgimento del servizio di emergenza, può essere autorizzato a praticare iniezioni per via endovenosa e fleboclisi, nonchè a svolgere le altre attività e manovre atte a salvaguardare le funzioni vitali, previste dai protocolli decisi dal medico responsabile del servizio.

E’ ormai acquisizione unanime che, nelle patologie tempo dipendenti, la precocità dell’inquadramento diagnostico e i conseguenti provvedimenti terapeutici, anche farmacologici, assumono un ruolo critico nell’esito clinico, sia quoad vitam che quoad valetudinem.

Nonostante ciò si continuano a verificare ritardi nel trattamento di detti quadri clinici, a causa delle seguenti ragioni:

  • ritardo nell’attivazione dei Servizi di Emergenza Territoriale 118 da parte della popolazione
  • intervallo tra insorgenza dell’evento e primo contatto medico eccessivamente lungo e non adeguato alle necessità assistenziali
  • sovraffollamento dei Dipartimenti di Emergenza con conseguente aumento del rischio clinico

La somministrazione, da parte degli infermieri, di terapie, anche farmacologiche, secondo protocolli condivisi ed emanati ufficialmente dal Direttore della Centrale Operativa 118 (concordati con il Responsabile Territoriale, nelle realtà nelle quali sussiste tale figura), si inquadra in un processo finalizzato alla tempestività del trattamento e spesso risulta essenziale per la salvaguardia della vita e/o della salute dei pazienti, come in caso di overdose da oppiacei, grave sindrome ipoglicemica, sindrome coronarica acuta, insufficienza respiratoria acuta, ecc“.

La Società Italiana Medicina d’Emergenza-Urgenza (SIMEU) e Italian Resuscitation Council (IRC) anche in considerazione della particolare evoluzione culturale e normativa della figura Infermieristica verificatasi negli ultimi decenni, sostengono tali procedure nell’interesse dei pazienti, impegnandosi e promuovendo un’attività formativa specifica e finalizzata su tutto il territorio nazionale, accanto ad un processo di revisione e miglioramento continuo dei protocolli di trattamento in emergenza, con particolare rifermento alle condizioni caratterizzate da evolutività e potenzialmente a rischio di vita.

CALABRESE Michele

 

Sitografia:

 

Condividi

Lascia un commento

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Articoli Correlati