Dopo i recenti scandali che hanno colpito le strutture sanitarie inglesi, le autorità corrono ai ripari con Peter Carter, segretario generale del Royal College of Nursing che riesce ad imporre l’organico di sicurezza, favorendo l’assunzione di molti infermieri. Lo dimostrano le copiose campagne di reclutamento che portano le agenzie incaricate a reclutare personale infermieristico proprio dall’Italia. Mentre da noi mancherebbero nel sistema ben 60 mila infermieri, abbassando pericolosamente quel livello di sicurezza, DEMANSIONANDO continuamente il lavoro dell’infermiere laddove mancano anche le figure di supporto.
Un vero e proprio paradosso al quale si dovrebbe rispondere, nel nostro Paese, non solo riportando agli standard previsti il lavoro infermieristico ma anche aprendo la strada alle assunzioni, attraverso i concorsi pubblici, ferme da troppo tempo anche a causa di una delicata situazione economica per la sanità italiana (ma anche quella pugliese) che, lentamente, si sta cercando di risanare. Ma tornando alle vicende di oltre Manica (che interessano, di fatto, anche gli infermieri di casa nostra) è importante evidenziare che negli ospedali inglesi sono state promosse linee guida/direttive rigorose in merito ai livelli di sicurezza dell’organico degli infermieri – nonostante non vi siano numeri minimi prestabiliti.
C’è un dato che deve far riflettere: l’Istituto Nazionale per la Salute e assistenza riferisce che avere più di otto pazienti per un infermiere in un reparto dovrebbe agire da fattore scatenante per verificare se l’assistenza può essere compromessa nel corso di una giornata lavorativa.
Ha inoltre definito una serie di eventi “red flag” che avrebbero potuto provocare un inadeguato livello di assistenza ospedaliera come per esempio deficit nella gestione del dolore oppure situazioni in cui i pazienti non hanno ricevuto la giusta assistenza durante le cure igieniche in bagno e problemi legati alla somministrazione della terapia.
Il governo ha ribadito che l’introduzione delle linee guida è un “importante passo in avanti” per l’assistenza, anzi ‘il giusto livello di assistenza’
ll Prof Gillian Leng, vice direttore generale dell’Istituto Nazionale per la Salute (NICE), ha asserito: è più complesso impostare un livello di sicurezza relativo alla composizione dell’organico che focalizzare l’attenzione sul singolo lavoratore.
“L’attenzione – spiega Leng – non deve essere posta solo sul numero del personale, ma dovrebbe essere posta sul livello di assistenza di sicurezza del paziente in modo che il personale infermieristico sia assolutamente pronto con le migliori pratiche per avere una buona gestione in ospedale. Il motivo per cui non esiste il rapporto di un infermiere per otto pazienti è perché in alcuni reparti vi sono scenari differenti per cui non è sufficiente il suddetto rapporto, dunque, una sola figura non è sufficiente se si vuole fornire il giusto livello di assistenza ai pazienti”
Dichiarazioni che dovrebbero essere tenute in considerazione anche alle nostre latitudini, proprio per garantire agli infermieri un elevato livello di sicurezza nello svolgimento del proprio lavoro e ai pazienti un altrettanto elevato livello di assistenza. In Inghilterra attualmente impostare i livelli di sicurezza dipende interamente dai singoli ospedali anche se i ministri del Governo di quel Paese hanno posto il problema a Nice dopo l’inchiesta pubblica sullo scandalo dell’ospedale di Stafford, avvenuto nel 2007.
Gli organismi di vigilanza, al termine delle analisi periodiche che vennero effettuate nell’ospedale di quella città inglese, verificarono che c’era un elevato tasso di mortalità tra i pazienti degenti in regime d’urgenza. Fu il rapporto della Commissione d’Inchiesta, presentato nel 2013, a sollevare il velo su quanto accaduto a Stafford. Ed è grazie alle campagne condotte anche dal Royal College of Nursing che si è arrivati ad imporre l’organico di sicurezza.
NICE ha stimato che l’attuazione delle linee guida potrebbe costare sulle 200 £ – circa il 5% del costo di un infermiere nei reparti ospedalieri – anche se ha detto che a lungo andare si risparmierebbe denaro attraverso il miglioramento dell’assistenza.
Peter Carter, segretario generale del Royal College of Nursing, ha affermato: “il personale infermieristico ha da tempo riconosciuto l’importanza dell’organico di sicurezza e ha costantemente fornito elementi di prova pericolose per i pazienti ove vi è poco personale. Sarebbe bello vedere se questo venisse riconosciuto in tutto il Servizio Sanitario Nazionale”. Dichiarazioni, anche queste, che dovrebbero essere prese ad esempio da chi governa la sanità italiana.
Il Ministro della Sanità Jeremy Hunt ha asserito che le direttive in questione sono un “importante passo avanti”.
“Il NHS sarà in grado di fornire un’assistenza sanitaria più sicura, ed i pazienti possono aver fiducia nel giusto numero di personale infermieristico che è in servizio.”
Le indicazioni valgono anche per il Galles, sebbene saranno i ministri a decidere se verranno applicate.
In Scozia, il livello di organico negli ospedali è già regolarmente monitorato – anche se non esistono percentuali minime consigliate.
La pubblicazione delle linee guida ebbe seguito il giorno dopo della visita dell’ispettore capo degli ospedali, il quale considerò che il numero di organico era talmente basso in alcune unità operative dell’ospedale di Stafford che la perdita di uno o di due unità avrebbe causato problematiche serie.
Fonte: m.bbc.com
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